giovedì 31 ottobre 2013

Un percorso fatto di scelte

Veniamo da un passato dove tante cose era chiare e ben strutturate, tutto sembra funzionare, bastava stare in mezzo ai giovani ed eravamo a posto. Se le cose andavano male non era colpa nostra e si tendeva a scaricare le responsabilità o sui giovani o sulla società. Io sono un giovane prete e questo periodo non me lo ricordo, ma me lo sento raccontare, ora invece viviamo in una situazione dove tutto si è un po’ rovesciato; capita infatti di scontrarsi con una situazione giovanile non sempre chiara e con iniziative che a volte lasciano un po’ il tempo che trovano.
Data ormai per scontata la realtà multiforme della vita dei giovani di oggi calata all’interno di una società ormai pluralista, credo che la prima cosa da fare sia prendere una posizione e scegliere una prospettiva sulla quale incamminarsi per evitare la dispersione di forze e risorse che rincorrano un po’ a caso le emergenze che via via si rendono presenti, un primo passo tutt’altro che semplice visto che scegliere una posizione corrisponde poi a lasciare le altre e accettare il rischio anche di prendere l’opzione sbagliata, ma credo che la cosa sia ormai inevitabile e il rischio sia da correre.

Una volta scelta la direzione nella quale muoversi credo opportune procedere mettendo in campo una analisi molto concreta della realtà giovanile: puntare bene sulle vere sfide di oggi in cui sono impegnate le giovani generazioni, metterci a tavolino valutando e contando le risorse varie e tante che abbiamo a disposizione, proporre un messaggio di qualità e bello per la vita di tutti. Tutte e tre queste dimensioni appena elencate implicano nuove scelte.
Scegliere le sfide che affrontino i problemi veri lasciando quelli falsi che a volte ci facciamo noi ma che noi intercettano il vissuto reale.
Scegliere interventi proporzionati alle risorse che abbiamo abbandonando iniziative belle ma improponibili per l’impegno richiesto-

Scegliere contenuti e modalità di presentazione giusti lasciando da parte modi di fare vecchi non più corretti così come quelli innovativi ma troppo astratti, nella consapevolezza che una grande gesto di amore che possiamo fare agli altri per aiutarli a vivere una vita bella, è l’annuncio di Gesù, in questo forse a volte non ci crediamo fino in fondo. Occorre inoltre coinvolgere la vita di colui a cui parlo all’interno dell’annuncio che faccio, in una storia dove anche lui è protagonista insieme con me perché anche la mia vita deve entrarci, la vita di chi annuncia che fa di lui un testimone solo se ha già sperimentato l’incontro salvifico di cui ora è narratore.

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