L’uomo è fatto di materiale creato nei primi cinque giorni e su questo
il sesto giorno è arrivato il “soffio” di Dio, così l’uomo è miscela di questo
soffio e della materia dei primi 5 giorni. Con il tempo l’uomo si è sempre più
concentrato su ciò che ha avuto a che fare con i primi 5 giorni della creazione
mentre il soffio lo abbiamo abbandonato, nessuno pensa che esiste uno spirito
oggettivamente presente e così facendo la spiritualità diventa solo moralismo.
In passato si riteneva che era molto più la distanza tra il verme e l’uomo che
tra l’uomo e Dio, adesso è il contrario, ci sentiamo più vicini al verme che a
Dio.
Tutti quelli che hanno fatto un’esperienza spirituale seria, profonda e
durevole, e perciò tutti i maestri di spiritualità, descrivono la vita
interiore come un itinerario, un viaggio, un cammino, un pellegrinaggio. «Lekh
lekha! Va’ verso te stesso!» (Gen 12,1), è la voce sentita da Abramo quando ha
intrapreso il suo viaggio di credente: il viaggio geografico che lo avrebbe
portato da Ur dei Caldei fino alla terra promessa si è compiuto innanzitutto nella sua vita interiore,
tramite una discesa nelle profondità del suo cuore.
Credo ci siano due domande basilari nel cammino spirituale: O Dio, tu
chi sei? E io, chi sono? Domande che risuonano forti, a volte con altre parole,
in tanti momenti tristi e felici della vita; non vengono poste perché si dia
una risposta teorica, a volte rimangono anche senza risposta o semplicemente
posti, gridati, sospirati… Nel chiederlo a noi stessi lo abbiamo fatto anche
con Abramo che si trova dopo tante promesse fatte da Dio a salire il monte per
andare a sacrificare il proprio figlio Isacco, il figlio della promessa,
abbiamo cercato di immedesimarci nella sua vita di padre, di amico del Signore,
di fedele e come lui anche noi ci siamo chiesti: O Dio, tu chi sei? E io, chi
sono? Poi abbiamo incontrato Mosè, non c’è stato mai nessuno amico di Dio come
lui in tutta la storia di Israele, ha fatto tanto per liberare e guidare il
popolo, arrivato alle porte della terra promessa Dio lo porta su un monte
gliele fa vedere ma gli annuncia anche che lui non ci entrerà, morirà fuori
prima di toccare il compimento della promessa: O Dio, tu chi sei? E io, chi
sono? Poi c’è stata Maria contemplata al momento della morte di Gesù ai piedi
della croce, nessuna madre dovrebbe vivere abbastanza per vedere la morte del
proprio figlio, le tornano in mente i tanti episodi di vita con Gesù, le parole
dell’Angelo, la vita con Giuseppe: O Dio, tu chi sei? E io, chi sono?
Sono domande poste alla nostra vita, come essa sia capace di darne
risposta e di guidarci una vita che veramente diventa spirituale nel momento in
cui parla di Dio e di me stesso. Ma come fare tutto questo? Nuovamente abbiamo
chiesto aiuto alla vita di Maria, abbiamo trovato nel Magnificat le parole di
una donna che ha saputo dire come Dio si è mostrato nella propria vita e in
quella del proprio popolo e come questa l’ha aiutata a capire la propria vera
identità. Ognuno di noi è chiamato dire il magnificat scritto nella propria
vita.
In Terra Santa, cera una città, Meghiddo. Oggi è solo una collina di
macerie, bruciata dal sole caldo della terra di Israele, circondata da campi di
cotone. Meghiddo è stata distrutta e ricostruita tantissime volte, un poco alla
volta, si è perso il ricordo. Quando gli archeologi l’hanno ritrovata per
riportare alla luce l’antica città, hanno incominciato a scavare la collina
misteriosa, dall’alto verso il basso. Si sono imbattuti subito con ruderi
preziosi… e con un problema inquietante. Se scavavano dagli strati più recenti
(quelli in alto) verso gli strati più antichi (quelli in basso) distruggevano
tutto. Hanno trovato una soluzione: scavare un pozzo, largo a sufficienza, per
penetrare dal livello più alto fino al cuore della collina. Un po’ alla volta,
mentre lo scavo del pozzo di Meghiddo proseguiva verso il cuore della collina,
gli archeologi sono riusciti a ricostruire la storia della città.
Spiritualità è vedere il visibile dalla prospettiva del mistero che si
porta dentro. I turisti, che arrivano nella valle assolata d’Israele, vedono
una collina. Solo il pozzo svela i segreti di Meghiddo, la nostra vita è così,
viviamo di fede quando riusciamo a scavarci un pozzo dentro e la comprendiamo
alla luce del mistero scoperto. Quello che scopriamo quando riusciamo a
penetrare gli eventi misteriosi che affiorano al livello della roccia di
fondazione, diventa decisivo per conoscere e vivere la nostra quotidiana
esistenza.
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