lunedì 28 maggio 2018

Caro educatore sei cieco? Non vedi cosa c’è dentro!

Partecipando a una settimana di vita comunitaria mi è capitato di poter osservare da vicino i vari riti di preparazione mattutina dei ragazzi, non si trattava di un campo estivo lontano da casa, vivevamo insieme una settimana normale che prevedeva la frequentazione delle lezioni a scuola con tutto quello che comporta l’essere protagonisti di questo palcoscenico; inoltre, fatto non del tutto trascurabile, si trattava di una settimana vissuta insieme ragazzi e ragazze.
La sveglia era alle sei e l’organizzazione necessitava che la colazione precedesse la preparazione per la scuola, c’era chi veniva giù tranquillamente in pigiama, chi si buttava addosso una felpa con cappuccio per nascondervi il proprio caos scapigliato e c’era chi proprio non ce la faceva a non mettersi un minimo di trucco, chiaramente queste ultime facevano aspettare tutti gli altri visto il desiderio di cominciare insieme.

giovedì 17 maggio 2018

Specchio delle mie brame: chi è il giovane più bravo del reame?

Mi sono trovato a partecipare a un consiglio pastorale “allargato” in virtù dei temi che sarebbero stati trattati, erano presenti anche dei giovani della parrocchia. L’ultimo tema da trattare prevedeva una riflessione/decisione riguardo a “se fare” o “come fare” la festa che tradizionalmente la comunità organizzava per diversi giorni a conclusione dell’estate.
Sono emerse tante fatiche, forse solo quelle e poco le gioie e i valori legati a quella che non è solo una occasione per mangiare ma per costruire una comunità (ma questo è un altro argomento che lascio subito). Alcune decisioni erano già state prese in un incontro precedente fatto domenica mattina alle nove. Può essere vero che se ci tieni a una cosa ti organizzi e fai in modo di andarci, ma di certo il momento scelto non facilita la partecipazione di tanti, giovani compresi che scelgono di fare altro la sera precedente. Se poi ci mettiamo che gli appuntamenti bisogna dirglieli e ridirglieli non sempre molto pronti a rispondere a diversi appelli degli adulti, il gioco è fatto. Dico che come adulti certe cose potremmo prevederle, poi facciamo come vogliamo, senza cadere però poi giù dal pero quando il tutto si realizza.

martedì 8 maggio 2018

Adulti: allenatori nella vita dei ragazzi

Durate un incontro di formazione e condivisione fra capi scout, come capita tante altre volte quanto si parla del nostro rapporto con i ragazzi più giovani, sono emerse prima delle gioie le difficoltà che ci si trova ad affrontare nel servizio alle giovani generazioni. La complessità a interpretare il mondo e il vissuto dei ragazzi, le aspettative belle ma non sempre realistiche, un po’ di sana suscettibilità che non è in sé sbagliata, hanno portato a uno stallo nell’affrontare le questioni che emergevano. Credo opportuno non dare soluzioni, ma possiamo aiutarci a entrare in un senso nuovo di quanto condiviso.
Forse troppe volte ci aspettiamo adolescenti capaci di esprimere a parole il proprio dolore, la fatica, i sogni, gli spiriti interiori che lo perseguitano, ma non è così. È un presupposto che rischia di metterci fuori strada. Occorre invece aspettarsi di vedere adolescenti rabbiosi, ostili, aggressivi, provocatori. Lo dico non per essere disfattista, ma innamorato dei giovani, quelli veri, non quelli dei nostri sogni.

giovedì 3 maggio 2018

Adolescenti aggressivi e violenti

In questi giorni le cronache si sono riempite d’interventi riguardo i casi di violenza da parte di studenti nei confronti dei professori. La questione merita sicuramente tanta attenzione. I titoloni altisonanti con i quali vengo descritti non aiutano a esserne correttamente informati, così come le letture parziali degli avvenimenti o l’uso improprio di termini (es. bullismo) per la situazione. 
Capita spesso che letture superficiali siano alla portata di tutti, mentre occorre un’attenzione diversa. Accanto a provvedimenti e punizioni che non sono io a dover valutare, occorre che gli adulti coinvolti avviino un percorso che li porti a individuare il perché di quanto avvenuto. È un percorso non semplice, ma necessario perché gli interventi da porre in essere possano mantenere una reale portata educativa.