Un giorno una ragazza
sedicenne entrò nel mio studio e in modo molto diretto mi chiese: conosco due
ragazzi, voglio che mi dica con quale dei due devo fare l’amore. Il tutto non
si esaurì in queste poche parole e diede ulteriori chiarimenti riguardo questa
sua richiesta, disse che conoscendosi sapeva che non sarebbe mai arrivata
vergine al matrimonio, allora voleva decidere con chi sarebbe accaduto senza
lasciare che il tutto andasse sull’onda del momento e dell’emozione. La scelta
era fra due, uno era il suo ragazzo che la attraeva molto fisicamente ma con il
quale le cose ultimamente sembravano cambiate, l’altro era un suo amico con il
quale si sentiva in sintonia per via dell’ascolto profondo che le regalava
quando si incontravano e della simpatia che ne era nata. Quindi?
Ero contento che fosse venuta, è un desiderio bello fare
l’amore
Dio non è contro il fare l’amore così come mi sembrava
avesse capito un giovane che mi chiedeva se marito e moglie dopo aver fatto
sesso dovevano confessarsi
Una ricerca bella che chiamava in causa tutto il suo essere
donna, quindi le chiesi cosa altro c’era di bello che la muoveva, che la
spingeva, che cercava?
Ma proprio perché era qualcosa di bello, andava messo in
contatto con tutto il resto e andava educato (in questa fase umanamente)
Occorre essere onesti con sé stessi: tu vuoi fare l’amore o
fare sesso, certamente fare l’amore per me presuppone un cammino ben più ampio,
lei comprese; mi chiarì che lei intendeva invece fare sesso.
Ci tenni a chiarire che la sua richiesta non avrebbe trovato
in me risposta, non ero lì per dirle cosa fare; avrei solo risposto alla
domanda “piccola” che si portava dentro, sarebbe andata a casa forse
rassicurata, ma non era quello che mi interessava.