giovedì 26 dicembre 2013

Prima educazione e poi annuncio o prima annuncio e poi educazione?

Mi capita spesso di confrontarmi con educatori su questi temi, da una parte il forte desiderio di parlare di Dio, dall’altro una non disponibilità o incapacità ad accogliere questo annuncio; credo sia una questione da spostare dall’ambito teorico a quello pratico, dal principio alla necessità. Una cosa certa è che questi momenti sono entrambi necessari, occorre anche che assumiamo la consapevole che il cammino a servizio dei ragazzi non è solo nelle nostre mani e non è neanche determinabile solo da noi, si può preparare il calendario degli incontri, ma non si può fissare il calendario del cammino di fede, tantomeno fissare il calendario di Dio.
Occorre comunque dire che di solito l’educazione di per sé dovrebbe venire prima dell’evangelizzazione, allo stesso tempo essa non può dirsi finita nel momento in cui comincia l’annuncio, ogni cammino di proposta di fede è sempre anche educazione, infine essa continua anche al termine del cammino di “iniziazione” e l’invio alla missione.

domenica 22 dicembre 2013

Contro una diseducazione passata per educazione: omofobia, transfobia, teoria del gender, matrimoni e adozioni a coppie omosessuali

Visto che qualcuno fraintende, preciso che io sono d'accordo con l'impostazione assunta da questa associazione, mi sento a fianco a loro nel loro cammino di difesa della famiglia naturale e contro la teoria gender

Questa associazione nasce in stretto legame con l'omonima realtà francese con lo scopo di mobilitare i cittadini italiani di tutte le confessioni religiose, politiche e culturali e risvegliarne le coscienze in merito alle problematiche riguardanti le recenti leggi su omofobia e transfobia, teoria del gender, matrimoni e adozioni a coppie omosessuali. Il suo scopo è garantire la libertà di espressione, preservare l’unicità del matrimonio tra uomo e donna e il diritto del bambino ad avere un padre ed una madre.


Sintesi situazione in Europa e Italia
- EUROPA: il Rapporto Estrella, dopo essere stato respinto dal Parlamento Europeo un mese fa, è tornato in commissione tale e quale e sarà votato nuovamente. Obiettivo del documento è di far pressione sugli stati membri affinchè garantiscano aborto, contraccezione, fecondazione assistita e corsi obbligatori di rieducazione "gender".

domenica 15 dicembre 2013

Adolescenti: alcuni nostri atteggiamenti e le principali sfide riguardo alcune aree delicate

Quando incontro i genitori riuniti in gruppo in occasione di preparazione a momenti importanti per i loro figli, salta subito all'occhio la gran maggioranza di mamme rispetto ai papà che vengono a seguire il cammino di figli. Niente di strano, anzi è giusto che sia così visto che di fatto il genitore che maggiormente risulta significativo dal punto di vista della educazione alla fede è la madre, è utile sapere che molto quindi dipende da come essa mantiene i propri atteggiamenti nei confronti di questo aspetto per noi centrale.
Questo dato risulta centrale nel momento in cui riflettiamo sull'apporto che i genitori possono dare al cammino di educazione alla fede dei figli, l’interesse della madre risulta centrale, così come anche il rischio di forzare un adeguamento di comportamenti facendo leva sul legame forte quasi di dipendenza che in alcuni momenti si può creare; è utile aiutare le madri a riflettere su questa dinamica che a volte compare insieme al nascere di ricatti affettivi. Insieme con queste ci sono anche madri disinteressate della questione “fede” e più interessate a un cammino di “sacramenti” per essere “come gli altri”, una volta terminato il percorso esse ritengono compiuto il loro lavoro venendo poi a mancare uno dei pochi sostegni (giusti o sbagliati a seconda dell’impostazione) che sorreggeva il figlio nel percorso intrapreso.

venerdì 13 dicembre 2013

La Spiritualità degli adolescenti/2

Quattro sono gli errori comuni che gli adulti commettono quando cercano di spronare gli adolescenti ad una fede più matura.
1.       Motivare attraverso il senso di colpa: nessun altra fascia di età porta con sé più sensi di colpa degli adolescenti; essi sono tormentati da non realistiche auto-aspettative e una coscienza inflessibile, allora perché dobbiamo usare la colpa per motivare un auto-correzione che già c’è? La colpa porta a dei risultati ma fallisce nel crescere in qualità che durano tutta la vita.
2.       Associare la spiritualità con l’attività del gruppo giovani: di questi tempi ci sono semplicemente troppe attività che esigono il tempo di un giovane, è semplicemente inappropriato misurare la maturità spirituale dei ragazzi da quanto si dedicano ai nostri programmi o attività.

mercoledì 11 dicembre 2013

La Spiritualità degli adolescenti/1

L’opera di James Fowler presenta 6 stadi di sviluppo della fede per la spiritualità individuale (3 per gli adolescenti).

Il primo stadio è quello che mitico-letterale, la fase in cui la maggior parte degli adolescenti comincia il suo viaggio spirituale. Le persone in questa fase considerano le storie religiose e la musica in modo letterale e concreto. Percepiscono Dio in forma umana che sta da qualche parte nel cielo. Accettano il loro patrimonio religioso, non fanno domande.
 Nel II stadio la fede è sintetico-convenzionale. Nella prima adolescenza, con l’aumento delle capacità di pensare in modo astratto (“stadio delle operazioni formali”), il principale compito del giovane è mettere d’accordo le proprie vedute religiose con quelle incompatibili degli altri. Possono concepire Dio come consigliere personale e guida, ma in modo meno personalizzato di prima.
Lo stadio finale è la fede riflessivo-individuale, non tutti gli adolescenti raggiungono questo stadio. Quelli che lo fanno, comunque, intraprendono un’auto-riflessione critica ed  un esame del loro credo e dei loro valori. Questo porsi delle domande li conduce a personali ed individuali credenze religiose. Questi  adolescenti vedono Dio in più modi astratti non come un consigliere personale, ma come uno spirito che incarna verità morali e come presenza personale.

domenica 1 dicembre 2013

Dio ha una volontà particolare su ciascuno di noi?

Sempre più spesso mi incontro, o mi scontro, con giovani che di fronte a quanto accade alla loro vita (soprattutto nei momenti più difficili) o di fronte ad alcune cose che capitano a livello globale, si pongono il problema di come tutto questo si rapporti con l’esistenza di Dio. Forse una errato o parziale messaggio affidato a loro nel cammino di fede dell’infanzia li ha portati a essere teoricamente convinti che Dio guida tutto nelle nostre vite, ma a rendersi conto anche che la cosa cozza contro qualcosa che non sempre riusciamo a spiegarci. Anticipo subito come la penso e chiedo la pazienza nel giudizio di tutti: io credo che siamo noi a guidare la nostra vita nella ragnatela delle scelte che ciascuno di noi è chiamato a fare, a volte confrontandoci con “perché” a cui non c’è soluzione sulla terra, si tratta di vivere e non di sopportare la vita.