giovedì 25 ottobre 2018

Stupefacente è la vita non la droga

I tipi di droghe in commercio sono più di quelle che immaginiamo, ne escono fuori nuove ogni anno, così che un approccio tecnico/pratico alle “sostanze” rischia di non essere efficace, così come non risolutivo sarebbe il cavalcarne la “liberalizzazione”. Anche il solo metodo repressivo, pur essendo necessario, non risolve la cosa dal momento che molte volte arriva in ritardo e non sempre riesce ad essere aggiornato su questo commercio; inoltre rimane sotto gli occhi di tutti come anche alcool e tabacco (droghe legali) costituiscono un rischio elevato.È richiesta una riflessione più ampia e un cammino da portare avanti con i nostri ragazzi, mettendo al centro loro e non la questione “in generale” dell’abuso di sostanze psicoattive. Perché questa precisazione?
In una città di medie dimensioni come Reggio Emilia, con un polo scolastico multidisciplinare, le probabilità che un ragazzo non entri in contatto più o meno diretto con il variopinto mondo della droga, sono quasi nulle.
L’età dell’adolescenza è la più delicata e chiede di avere un’attenzione maggiore rispetto le altre. In questo periodo dello sviluppo la formazione del cervello è ancora molto in costruzione. Con esso crescono e si consolidano le strutture celebrali che ne faranno l’adulto di domani. Sappiamo inoltre come la vita dei nostri ragazzi sia già esposta a una serie di altre dipendenze, il che mostra una debolezza che chiede di essere difesa e accompagnata.

mercoledì 10 ottobre 2018

MI FIDO DI TE - Ripensare l'educazione

Mentre noi ci stupiamo dei cambiamenti in atto all’interno del mondo giovanile, i ragazzi ci chiedono di risintonizzarci su un nuovo modo di vivere, sì perché del resto non è obbligatorio fare come si è sempre fatto.
Occorre quindi prendere contatto delle novità di cui sono portatori, di come oggi rimangono in contatto con gli altri, di cosa li affatica nel sognare il futuro, come aiutarli a sentirsi adatti e capaci a questo compito così importante, comunicando loro che ce la possono fare.
Per favorire tutto questo, è necessario stabilire relazioni corrette con loro, basate sulla fiducia. Come adulti dobbiamo credere e dimostrare che è possibile il nascere di uno spazio di vita dove giovani e persone adulte o anziane, riescono ad allearsi fra di loro in un cammino comune. 
Non è possibile compiere il cammino appena proposto senza sperimentare la necessità di rimettersi in gioco innanzitutto noi adulti, di affrontare anche le fatiche e i limiti che accompagnano l’opera educativa.
L’approccio che troverete è di tipo spirituale, dove questo termine fa riferimento allo Spirito del Risorto che soffia in ogni vita e che per questo coinvolge tutto quanto in essa passa, tutta quanta la persona con le sue diverse dimensioni è chiamata a mettersi in gioco e trovare un punto di sintesi. Per questo l’esigenza di un approccio spirituale chiede di passare attraverso tutto il dato umano, corporeo e psicologico che appartiene allo specifico di ogni essere umano, con il coraggio di non fermarsi lì.

martedì 2 ottobre 2018

Tranquilli, sugli adolescenti stiamo sbagliando tutti

Non sono all’altezza, dove sto sbagliando, ci vorrebbe un altro al mio posto, cerco di dire dei no ma non funziona, gli lascio i suoi spazi ma m’ignora, internet c’è non si può far finta che non sia così, con i cellulari adesso basta è ora di finirla, un qualche ceffone ogni tanto fa bene, cerco di non fargli mancare niente. Niente sembra funzionare, dove stiamo sbagliando? 
Mi capita di incontrare tanti adulti, appassionati ma spaesati di fronte a un’adolescenza che faticano a comprendere, ne provano tante ma sembra che non ci sia via d’uscita.
Finora mi sono sempre concentrato molto sui ragazzi, solo ultimamente ho seriamente preso atto che non ci si può occupare di loro dimenticandosi dei loro adulti di riferimento, non si può lavorare per ridare speranza alla vita dei giovani se non lo si fa anche per quanti oggi sono chiamati a pensarne e prepararne il futuro.
Qualcosa di nuovo serve, anche perché gli adolescenti di una volta non ci sono più (sono cresciuti), anche i genitori, gli insegnati, gli allenatori, i preti di un tempo sono cambiati (se non rare eccezioni che non mollano). Non si può quindi tornare a modelli vecchi, durante l’infanzia li abbiamo coccolati aprendo loro un’infinità di possibilità facilitando tutte le loro doti, è un po’ difficile ora che sono cresciuti tornare a una impostazione educativa fatta di divieti come quella che andava per al maggiore in passato.