I tipi di droghe in commercio sono più di quelle che immaginiamo, ne escono fuori nuove ogni anno, così che un approccio tecnico/pratico alle “sostanze” rischia di non essere efficace, così come non risolutivo sarebbe il cavalcarne la “liberalizzazione”. Anche il solo metodo repressivo, pur essendo necessario, non risolve la cosa dal momento che molte volte arriva in ritardo e non sempre riesce ad essere aggiornato su questo commercio; inoltre rimane sotto gli occhi di tutti come anche alcool e tabacco (droghe legali) costituiscono un rischio elevato.È richiesta una riflessione più ampia e un cammino da portare avanti con i nostri ragazzi, mettendo al centro loro e non la questione “in generale” dell’abuso di sostanze psicoattive. Perché questa precisazione?
In una città di medie dimensioni come Reggio Emilia, con un polo scolastico multidisciplinare, le probabilità che un ragazzo non entri in contatto più o meno diretto con il variopinto mondo della droga, sono quasi nulle.
L’età dell’adolescenza è la più delicata e chiede di avere un’attenzione maggiore rispetto le altre. In questo periodo dello sviluppo la formazione del cervello è ancora molto in costruzione. Con esso crescono e si consolidano le strutture celebrali che ne faranno l’adulto di domani. Sappiamo inoltre come la vita dei nostri ragazzi sia già esposta a una serie di altre dipendenze, il che mostra una debolezza che chiede di essere difesa e accompagnata.