martedì 29 aprile 2014

È bello ciò che è bello o è bello ciò che piace?

Il Signore replicò a Samuele: "Non guardare al suo aspetto né alla sua alta statura. Io l'ho scartato, perché non conta quel che vede l'uomo: infatti l'uomo vede l'apparenza, ma il Signore vede il cuore". (1Sam 16, 7)
Un pomeriggio ero a sedere nei campi dell’oratorio con un ragazzo, facevamo due chiacchiere mentre guardavamo alcuni che facevano una partita a calcio, come spesso capita la discussione naturalmente si sposta pian piano da un livello leggero a uno più profondo, tanto che arriva a dire che l’unica cosa che gli piace di se stesso è la voce. Le gambe sono troppo pelose, il fisico troppo magro, niente pettorali, i capelli discutibili, il carattere troppo altalenante e così via; non importa che abbia un bel gruppo di amici che lo stima, che gli dicano che ha tante ragazze che stravedono per lui, che se la cava più che discretamente a calcio, che qualcuno lo soprannomina Justin (dal famoso Bieber cantante)… tutto questo non importa, lui si percepisce non adeguato.

martedì 22 aprile 2014

Ognuno ha la propria Galilea

Nei Vangeli di Pasqua troviamo anche un passo di Matteo dove Gesù risorto apparendo alle donne dice loro “Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno»” (Mt 28,10). C’è una Galilea per ognuno di noi, sempre di più incontro giovani che mi chiedono dove o come incontrare Gesù, io posso suggerire loro il dove e il come ma non sta a me decidere il quando e il se ci sarà l’incontro con Dio.

mercoledì 16 aprile 2014

Perché tutto ciò che piace è peccato?

“Perché tutto ciò che piace è peccato?”, così esordiva una giovane adolescente intrappolata da una parte dal desiderio per ciò che le piace e dall’altro dai valori di riferimento che fin da piccole le sono stati insegnati e che tutt’ora ha davanti inserita in un gruppo parrocchiale.
“A me piace, che male c’è?”, non c’è nessun male se una cosa piace, anzi è proprio questo il punto.

lunedì 14 aprile 2014

Un’educazione disinteressata: dare l’esempio e niente pretese

Durante un momento di condivisione alla fine di un’esperienza bella insieme a un gruppo di giovani, uno degli educatori cercando di mostrarne il filo conduttore concluse dicendo “quello che dovete imparare da questi momenti è che dovete fare…”, sicuramente è stato detto tutto con amore e in buona fede, ma richiamo l’attenzione a un approccio che rischia di essere “moralistico”, far fare delle esperienze per insegnare ai ragazzi cosa “devono fare”.

venerdì 11 aprile 2014

Caro educatore sei cieco? Non vedi cosa c’è dentro!

Partecipando a una settimana di vita comunitaria mi è capitato di poter osservare da vicino i vari riti di preparazione mattutina dei ragazzi, non si trattava di un campo estivo lontano da casa, vivevamo insieme una settimana normale che prevedeva la frequentazione delle lezioni a scuola con tutto quello che comporta l’essere protagonisti di questo palcoscenico; inoltre, fatto non del tutto trascurabile, si trattava di una settimana vissuta insieme ragazzi e ragazze.

mercoledì 2 aprile 2014

Studiare sì, ma non da solo!

Poi il Signore Dio disse: «Non è bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile». (Gn 2,18)
In questi giorni mi trovo a vivere una settimana comunitaria residenziale con un gruppo di seconda superiore; si vive insieme, ognuno va a scuola, si rinuncia a qualcuna delle proprie attività extra e si condivide un po’ tutto: tempo, cibo, bagni, docce, camere, aule studio, giochi, preghiera, ecc.
È un’esperienza molto bella, e anche i ragazzi tirano fuori, insieme alle fatiche, la loro parte migliore; di tutto questo vorrei però ora affrontare solo un aspetto, quello dello studio.