martedì 30 dicembre 2014

Quando le leggi non educano

Recentemente, nel comune dove svolgo il mio servizio, un’ordinanza del sindaco per gli ultimi giorni dell’anno e i primi di quello nuovo, vieta l’uso di botti e strumenti pirotecnici. Certamente è condivisibile la preoccupazione e il desiderio di preservare l’incolumità di quanti mettono in pericolo la propria salute con un uso non corretto di tali strumenti.
C’è però qualcosa che non mi convinceva, ho provato a guardare la cosa da educatore e mi sono chiesto: ma non stiamo rischiando di colpevolizzare i ragazzi e di indurli ad attuare comportamenti contro la legge invece di aiutarli a non farlo?

lunedì 29 dicembre 2014

Maschio e femmina li creò

Alcune settimane fa, mentre parlavamo di temi che riguardavano la dimensione morale della sessualità dell’uomo e della donna, una ragazza normalmente riservata esclamò “perché la Chiesa ce l’ha con due uomini se si amano?”; la sua domanda riguardava il tema più ampio del riconoscimento delle unioni di persone con lo stesso sesso.
Né Dio né la Chiesa ce l’hanno con loro, Dio e la Chiesa non sono mai contro la persona umana, la questione non riguarda un giudizio particolare su casi specifici, non esistono persone di serie A e quelle di serie B; la questione occorre che vada spostata dal piano personale, sul quale non mi permetto di entrare, a quello morale riguardo ai principi guida della vita.

martedì 16 dicembre 2014

Educazione alla o della fede?

Ciao don, non sappiamo cosa fare con i nostri ragazzi quest’anno, non sappiamo se tenere un approccio molto umano ma forse poco cristiano come annuncio diretto, oppure fare una proposta forte sulla Parola ma rischiando che non sia capita ed allontanare qualcuno”.
Questi ed altri confronti simili capitano spesso mentre si incontrano gli educatori di gruppi giovanili presi tra il desiderio bello di parlare di Dio e la fatica di farlo sia personalmente che a ragazzi non sempre entusiasti della cosa. Credo al riguardo opportuno riprendere la differenza, di cui parlava già Paola Bignardi [1], tra educazione alla fede ed educazione della fede; non si tratta di un gioco di parole ma ci avvicina a una questione centrale nel campo educativo dei giovani, io per primo in tanti mie interventi non sono così attento nell’uso delle parole secondo la differenziazione indicata, qua decido di esserlo per chiarezza, poi comprendo come non sempre nei confronti quotidiani la cosa debba essere così definita, anche alla luce delle diverse sfaccettature dell’universo giovanile.

sabato 13 dicembre 2014

Papa Francesco – Cogliere gli interrogativi dei giovani

Voi che lavorate nel campo della pastorale giovanile fate un lavoro prezioso per la Chiesa. I giovani hanno bisogno di questo servizio: di adulti e coetanei maturi nella fede che li accompagnino nel loro cammino, aiutandoli a trovare la strada che conduce a Cristo. Ben più che nella promozione di una serie di attività per i giovani, questa pastorale consiste nel camminare con loro, accompagnandoli personalmente nei contesti complessi e a volte difficili in cui sono immersi.
La pastorale giovanile è chiamata a cogliere gli interrogativi dei giovani di oggi e, a partire da essi, ad iniziare un vero e onesto dialogo per portare Cristo nella loro vita. E un vero dialogo in questo senso lo può fare chi vive una relazione personale con il Signore Gesù, che trabocca nella relazione con i fratelli.
Desidero pertanto incoraggiarvi a considerare la realtà attuale dei giovani europei con lo sguardo di Cristo. Lui ci insegna a vedere non soltanto le sfide e i problemi, ma a riconoscere i tanti semi di amore e di speranza sparsi nel terreno di questo continente, che ha dato alla Chiesa un gran numero di santi e sante, e molti di questi sono giovani! Non dimentichiamo che a noi è dato il compito di seminare, ma è Dio che fa crescere i semi da noi sparsi (cfr 1 Cor 3,7).
Mentre seminate la Parola del Signore in questo vasto campo che è la gioventù europea, avete l’occasione di testimoniare le ragioni della speranza che è in voi, con dolcezza e rispetto (cfr 1 Pt 3,15). Potete aiutare i giovani a rendersi conto che la fede non si contrappone alla ragione, e così accompagnarli a diventare protagonisti gioiosi dell’evangelizzazione dei loro coetanei. - Messaggio del Santo Padre ai partecipanti al IV Convegno Europeo di Pastorale Giovanile (Roma, 11-13 dicembre 2014)

mercoledì 3 dicembre 2014

Lo studio di funzioni applicato alla fede

La fede è l’accettazione consapevole e libera del «senso donato» e nasce dall’incontro fra il movimento di autotrascendenza dell’uomo e l’offerta assolutamente gratuita e indeducibile della grazia di Dio. Quest’incontro è tutt’altro che scontato: esso va anzi vissuto in tutta la sua dimensione agonica, segnata dall’esperienza della reale alterità dell’Altro (Forte B., Avvenire, 4 maggio 2005)

1- Date le rette
f(x)=2x+1
g(x)=x+2
trovare l'intersezione graficamente.


2 - Disegniamo il grafico della funzione:
f(x)=(1/2)x
Come potrà vedere, quanto maggiore è il valore di x, tanto più la funzione si avvicina all'asse delle ascisse, ovvero al valore 0. Ne consegue che: lim x à ∞ di f(x) =  0

lunedì 1 dicembre 2014

Una parabola moderna sul Regno dei cieli

Il regno dei cieli è simile a quei giochi presenti nella “Settimana Enigmistica” dove ci sono tanti punti che appena li guardi son messi a caso, alcuni di loro sono numerati e lo scopo è quello di unirli con una linea partendo dal primo fino all’ultimo, ci si accorge così che quell’ammasso di puntini apparentemente senza senso contenevano un disegno preciso che si va pian piano delineando fino a formarsi compiutamente.
Quella appena raccontata, chiaramente, non è una delle parabole dette da Gesù, ma viene dopo un incontro fatto con alcuni ragazzi mentre parlavamo del “credere” e dei segni della presenza di Dio nella nostra vita.