Mi trovo a tavola, in uno dei pranzi delle tante vie comunitarie che
faccio con i gruppi adolescenti delle miei parrocchie, una ragazza nera in
volto non smette di ripetere: la vita fa schifo. Niente di traumatico, certo da
come ne parla sembra che la giornata si sia accanita in modo particolare su di
lei; conta poco risponderle a tono affermando che poi non è che sia così tanto
brutta. Un po’ la capisco, la vita sicuramente è difficile, soprattutto alla
sua età.
Eppure la vita è bella, lo ripeto perché occorre che noi adulti lo
ricordiamo ai nostri ragazzi, quando invece corriamo il rischio di presentarne
alcuni aspetti come particolarmente “pericolosi”. I ragazzi crescono, prima o
poi la vita in famiglia non basta più, ci si mette alla ricerca di amici, un
giorno si incontrerà una persona per la quale tutto di noi comincerà a fremere, il corpo comincerà a
desiderare il piacere dell’incontro di due corpi.
Non c’è niente di male in questo, eppure troppi ragazzi non hanno
qualcuno che glielo dica. C’è chi dice di stare attenti e andarci con calma,
chi di non darci troppa importanza e provarci, pochi sono quelli che
guardandolo gli diranno la fortuna di provare una tale attrazione per un’altra
persona.