domenica 29 maggio 2016

L'abilità di educare

Intorno al termine “educare” girano tanti termini che cercano di indirizzarne l’opera: tecnica, modo, metodo, lavoro, regole, professione, ingegno, arte… A mio parere al centro e prima di tutto viene la domanda “chi è l’adolescente a cui ci rivolgiamo?”, ossia chiarire quale sia l’impostazione antropologica, l’immagine di persona, che ci guida nella nostra opera. Non si può separare l’azione educativa dal chi si educa, rischieremmo di creare una scienza astratta senza radici.
Se per me l’essere umano è costituito di sola materia senza dimensione spirituale, sarà normale che l’impegno a servizio dei giovani diventerà pressappoco quello dell’addestratore di animali, ci sono degli istinti da incasellare e delle abitudine da innescare legate al premio/punizione, non ci sarà inoltre problema a variare l’impostazione dell’opera educativa secondo le voghe del momento. Mi sembra che questo rischio sia tutt’altro che teorico, in passato spesso si sono cavalcate le più svariate mode facendo nascere diversi tentativi più o meno improvvisati, concentrati molto su una determinata ideologia che non entrava in contatto e non si lasciava convertire dalla concretezza del giovane concreto che era chiamato a servire, lui rimaneva un accessorio.

lunedì 23 maggio 2016

Mi stai “diludendo”

Quando si parla di fede e di Dio con i ragazzi, capita di incontrare una certa delusione che viene da parte di alcuni. Nell’infanzia tante sono le idee che ci si fa su Dio, spesso un po’ magiche o automatiche. Incontro giovani che hanno smesso di pregare non perché è una cosa assurda, ma perché ci hanno provato ma non ha funzionato. Altri hanno provato a mantenere una vita “fedele” a certi principi, ma si sono scontrati con un mondo che non vede bene certi modi di fare, così che si sono sentiti messi da parte, la situazione diventa così pesante che hanno lasciato perdere.
Si può rimanere delusi da Dio? Credo di sì. È successo anche a due dei suoi (cfr. Lc 24,13-35) diventati famosi per via della loro città, Emmaus. Pieni di tristezza, con le loro speranze ormai in rovina, lasciano da parte le aspirazione per una vita libera, sconvolti per quello che sentono dire in giro, incapaci di fidarsi nuovamente dei propri compagni, infine per usare le parole di Gesù stesso anche stolti e tardi di cuore.

lunedì 16 maggio 2016

Il masso è già rotolato via

Mi capita spesso di partecipare a incontri tra genitori o educatori, prima o poi si arriva a parlare dei giovani e a volte anche di casi particolari. Solitamente esce un po’ di tutto, tante cose belle e giuste, c’è però spesso bisogno di intervenire per riportare la discussione in un ambito sensato.
A volte come educatori ci facciamo dei problemi che non esistono, ma ponendoceli di fatto ce li creiamo, ne avremmo invece già abbastanza dei nostri. Questo rischia di portarci fuori strada e di farci perdere tempo, così da occuparci di quanto non urge e attuando interventi che adesso non servono.
Quante volte mi sono ritrovato a partecipare a confronti che si mettevano a calcolare i più vari scenari e il come poterli affrontare, condivido la necessità di programmare e di riflettere sopra le situazioni, ma non a tal punto che finiamo per perdere tempo.

domenica 8 maggio 2016

Tre passi, tre compiti, tre limiti

Sempre più spesso mi capita di incontrare genitori ed educatori che mi chiedono come poter parlare di Gesù ai loro ragazzi, il desiderio è di condurli a lui perché lo incontrino e ne facciamo esperienza vera, così da poterlo scegliere.
La figura di Gesù può ancora interessare? Mi capita a volte di incontrare ragazzi interessati alla sua vita, di quello che di fatto è uno strano personaggio storico, perché di questo sicuramente si tratta e chi lo nega scade in una semplicistica ideologia; poi il compito degli storici non è sicuramente quello di affermare la sua natura divina, ma piuttosto l’esistenza terrena. L’interesse dei ragazzi non è costante, di solito esplode di fronte a eventi particolari che possono essere di origine personale avendo sentito parlarne da qualche parte, oppure sociale come è accaduto in concomitanza con la pubblicazione del libro “Il codice da Vinci”, eventi che suscitano il desiderio di saperne di più riguardo la storia raccontata dai Vangeli e di quello che ci sta dietro. Occorre percorrere la via segnata dalla curiosità dei giovani, diventa l’occasione di poter dare criteri e indicazioni ben diverse da quelle che possono cogliere dai giornali o dal gossip che spesso gira intorno alla figura di Gesù, soprattutto nell’aiutarli ad entrare nei perché di certi gesti e parole. Il limite di tutto questo, è che se tutto si ferma qua, si riesce a toccare solo la mente del ragazzo, a meno che non abbia alle spalle già un proprio cammino di scelta di fede, quindi da solo il tutto non basta.

martedì 3 maggio 2016

Smartphone e social network

A qualcuno leggendo il titolo potrebbe venire voglia di passare oltre, forse perché crediamo che questo cosa stiano invadendo anche troppo la vita nostri e dei ragazzi, oppure perché come adulti dobbiamo riconoscere che ci sentiamo sempre un po’ a disagio in questi campi dove facciamo un po’ fatica a destreggiarsi, con i giovani invece che ci danno la paga. Proprio per quanto appena detto credo valga la pena parlarne.
Sì mi ricordo che io per soddisfare ricerche simili, invece del cellulare, chiedevo ai miei genitori di comprarmi il motorino, era quanto mi serviva per rimanere facilmente e velocemente in contatto con i miei amici, sapere cosa succedeva in giro, cercare qualcuno con cui passare il tempo
Una volta mi è capitato di parlare con due amici che si conoscevano da parecchio tempo e che ormai uscivano spesso insieme, uno di loro era in oratorio da solo e gli chiesi come mai, mi disse che non riusciva a mettersi in contatto con il suo amici perché non rispondeva ai suoi messaggi. Gli ho suggerito di provare ad andare a casa sua a chiamarlo. Mi rispose che a malapena sapeva dove si trovasse visto che non c’era mai stato. Io caddi dalle nuvole: come può un amico non essere mai stato a casa dell’altro e neanche sapere dove sia? Sembra che oggi sia informazioni che oggi non servono più, così come il motorino, basta sentirsi per messaggio.