giovedì 29 settembre 2016

Un viaggio nel mare della vita alla scoperta di se stessi

In uno storico romanzo di Joseph Conrad, “La linea d’ombra” pubblicato nel 1917, l’autore compie con la sua opera una narrazione del viaggio dalla giovinezza alla maturità. Il testo si concentra sulla descrizione della vita di un giovane marinaio, che dopo una iniziale avventura vissuta in un mercantile, decide di punto in bianco di abbandonare il progetto che aveva iniziato. Diventa così la parabola della crisi passata da tanti giovani quando sperimentano l’incertezza di quello che cercano, quando non sanno più come procedere e si abbandonano all’incertezza.
In questo contesto, nel quale il nostro giovane marinaio si trova a vivere in modo annoiato e senza speranza, mentre medita di mollare tutto e tornarsene a casa, entra in modo forte la proposta fattagli di prendere il comando di una nave. Un incarico di responsabilità, il primo della sua vita, risveglia in lui qualcosa di nuovo, nascono legami nuovi; quello che si appresta a vivere non è un lavoro, è la sua impresa; quella che governa non è una nave tra le tante, è la sua nave! Nasce così un senso di responsabilità e di dedizione totale, quel vascello non potrà mai partire se lui non sale a bordo, non arriverà mai a destinazione se non affronterà le prove della navigazione.

venerdì 23 settembre 2016

Chiamare per nome: una attenzione a tutti

Mi piace leggere e scrivere sui giovani per conoscerli e aiutarli sempre meglio, essi però diventano spesso così una categoria di indagine un po’ impersonale, non lo si fa apposta, è che a un certo punto per riuscire a dire qualcosa su di loro occorre entrare in un discorso generale. È impossibile non farlo, occorre però averne una lucida consapevolezza, capita di parlare a genitori e occorre chiarire che non stiamo parlando in specifico di loro figlio, così con altri operatori che si trovano a intersecare per vari motivi i sentieri percorsi da tanti adolescenti.
Occorre per questo che chi si trova “sul campo”, accanto alla riflessione necessaria da portare avanti, vigili affinché mente e cuore siano popolati da nomi e storie, ciò fa uscire un giovane dalla categoria nella quale fino ad ora lo abbiamo rinchiuso, per riportarlo al posto che gli spetta, quello di una persona con un accaduto, un presente e dei desideri specifici. Solo percorrendo questa strada riusciremo a ricercare non il bene in generale, ma il bene per lui.

venerdì 16 settembre 2016

Aggressività e bullismo

Un giorno un ragazzo mi raccontò di quanto gli era capitato a scuola. Un gruppetto di ragazzi quando lo incontravano gli si facevano intorno e pretendevano da lui un euro per lasciarlo andare, la cosa non è mai degenerata in atti di violenza, del resto lui acconsentiva anche perché sia il numero che l’atteggiamento del gruppo invitava a farlo.
La cosa non durò molto, nel senso che i soldi non sempre li aveva e cambiando un po’ modo di vivere, la cosa venne a conoscenza dei suoi genitori che si attivarono per coinvolgere gli altri adulti responsabili. Il tutto finì senza strascichi.

venerdì 9 settembre 2016

Sono guariti, e noi?

L’adolescenza è stata definita in tanti modi, tra di essi troviamo anche chi la vedeva come una malattia; mettetevi voi nei pani di un ragazzo quindicenne che veniva dato per malato quando invece si sentiva benissimo!
Se mai è stato così, oggi gli adolescenti possono essere dichiarati sani, la loro non è una età piena di problemi da risolvere: è vita e basta; anzi forse anche di più: un periodo splendido da riscoprire perché possa portare il frutto che custodisce in sé. Questo periodo della loro vita non è un tempo a parte.

sabato 3 settembre 2016

Sogno e realtà sull’educatore

È inverno, fa buio molto presto, fuori negli spazi della parrocchia anche per via del freddo tutto tace prima del solito. Si prepara una di quelle serate in cui è forte il desiderio di starsene sul divano, coperti, davanti al caminetto acceso, accanto a una persona alla quale si vuole bene o in mancanza di lei con il gatto in braccio.
Qui in parrocchia nulla di tutto questo, fuori si sentono dei passi, in una delle stanze si accende la luce, bagliori di una macchina che arriva di corsa illuminano il mio ufficio; le voci mi sembra di riconoscerle, esco e mi unisco anch’io al gruppo, sono sei o sette, poi se ne aggiunge qualcun altro in ritardo per via del lavoro o della famiglia, sono tutti giovani (diciamo anche quelli che non lo sono più, avendo ormai figli grandi).