giovedì 28 maggio 2015

La croce: cristianamente adulti

Avvicinandosi l’estate, è arrivato il momento di aprire le iscrizioni al Grest (centro estivo offerto dall’oratorio). In questi anni i partecipanti sono aumentati a tal punto che, per vari motivi, si è deciso di mettere le iscrizioni a numero chiuso. Questo ha fatto sì che il primo giorno di iscrizione si creasse una fila lunghissima di quanti volevano iscrivere dei ragazzi.
Certamente le cose potevano essere organizzate meglio da parte nostra, ma quanto ha rattristato me ed altri, sono stati esempi di poca civiltà e maleducazione da parte degli adulti in fila. È capitato di veder rimanere fuori dei bambini di mamme che attendevano onestamente il loro turno, perché altre più “furbe” passavano le iscrizioni alle amiche nei primi posti. A causa della inciviltà di alcune persone ci hanno anche rimesso coloro che avevano realmente bisogno.
Questo evento ci ha mostrato che la poca attenzione dimostrata rappresenta purtroppo un modo di fare consueto oggi, esso ci tenta al pensare solo al proprio interesse, giustificando così la prepotenza e l’oppressione sopra i più deboli e gli ultimi. Credo sia emersa una foto ingrandita della realtà del mondo nel quale viviamo, che si riflette poi anche in altre situazioni, e che tanto condiziona anche la crescita dei più giovani.

giovedì 21 maggio 2015

Regole o libertà? Tutto si compie nell’amore

Durante un incontro nel quale parlavamo del nostro oratorio, del comportamento dei ragazzi e di uno stile comune di conduzione da parte degli animatori, uno di loro intervenne dicendo che la cosa non era possibile perché occorre elasticità. Più volte sulla cosa eravamo già tornati, credo infatti si apra una tensione ineludibile che chieda equilibrio.
Io personalmente risolvo dicendo che sono d'accordo con entrambi, non per motivi diplomatici, ma perché credo che occorra lasciarci guidare non solo dal buon senso ma anche dalla pedagogia che emerge dalla Scrittura e dall’opera di Gesù.
Regole e norme sono necessarie, ma è necessaria anche una sana capacità di mettere al centro la persona e non la legge. Dal punto di vista del cammino di maturazione personale capita quotidianamente di verificare come non sempre riusciamo ad essere come dovremmo, c'è un ideale che rappresentano per noi il riferimento, ma c'è anche il come siamo messi ora, il che comporta sempre vicinanza e distanza dall'ideale.

giovedì 14 maggio 2015

Cosa fare? Il possibile nasce dall’incontro tra attuale e ideale

Ho partecipato a un incontro durante il quale si dovevano prendere decisioni, in ambito ecclesiale, riguardo all’investimento di una somma di denaro cospicua al fine di garantirne un uso per sostenere fini educativi.
Il progetto prevedeva un investimento in una attività che permettesse una rendita, così che i frutti ottenuti potessero essere utilizzati per i fini previsti, in particolare a sostegno di attività dei giovani. Leonardo, uno dei convocati, espresse i propri dubbi riguardo ad un investimento del genere che riteneva evangelicamente non opportuno in quanto i soldi di proprietà della Chiesa andavano usati con una logica diversa da quella del semplice reinvestimento stile finanziario classico, non è la redditività ma l’uso evangelico il fine da raggiungere; quello in oggetto appariva essere un impiego che non ci differenzia da altre attività che lo fanno per lavoro.

venerdì 8 maggio 2015

Sana autocritica: occorre saper ricominciare

Arriva sempre il momento nella vita di chiunque abbia a che fare con adolescenti, di impegnarsi in una verifica e in una autocritica, sia perché i ragazzi sono molto bravi nel saperti provocare da tutti i punti di vista, sia perché capita umanamente e normalmente di sbagliarsi.
Capitò una sera di trovarmi molto arrabbiato, certamente il tutto partì in seguito all’occasione in cui avevo beccato alcuni ragazzi a rubare delle lattine in oratorio, ma non è questo che mi rovinò la giornata, fu piuttosto l’essermi accorto di non aver saputo gestire la cosa adeguatamente: ho alzato la voce, ho usato le parole sbagliate, ho cominciato a sparare sentenze passando dall’oggettivo al personale… insomma ho fatto l’opposto di quello che tanto scrivo in questo blog.

venerdì 1 maggio 2015

Il mio amico Tommaso

È la storia di un ragazzo di diciassette anni che ha cominciato a suo modo a frequentare le attività della parrocchia, lo chiamo Tommaso perché mi ricorda il famoso apostolo di cui parlano i Vangeli, il nostro amico mancò l’appuntamento della Cresima fatto in seconda media dai suoi amici, il discepolo del Vangelo mancò il primo incontro che ebbero gli altri con Gesù risorto; narra infatti l’evangelista Giovanni. Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!» (Gv 20, 24-29).