giovedì 9 gennaio 2014

Mio figlio non sta fermo a messa, cosa posso fare?

“Come mi piacerebbe che mio figlio stesse un po’ più fermo a messa”, è l’inizio di un discorso che una giovane mamma di cinque figli di cui, il più grande ha sette anni, mi ha diretto alla fine di una liturgia che l’aveva alquanto provata, proprio il modo di viverla del figlio più grande aveva mosso il tutto.
Dopo i soliti discorsi di preambolo nei quali si accoglie il desiderio giusto dei genitori di partecipare con attenzione alla messa, il constatare la difficoltà per un bambino di partecipare a una liturgia che non lo vede protagonista né destinatario centrale, la fase spesso faticosa di una famiglia che deve conciliare tante cose nella propria vita e che a volte rimpiange la fede e la preghiera così come la viveva quando ancora non si era famiglia… insomma dopo tutto questo e altro, si arriva al centro della questione: “don, dimmi cosa posso fare?”.
Prima di partire dal cosa, occorre verificare quali sono le scelte che hanno accompagnato la vita di famiglia, ogni scelta comporta delle conseguenze che ne fanno parte e che chiedono di essere portate e non solo sopportate. Prima di tutto il discorso va portato all’origine, con il matrimonio si decide di condividere tutta la vita con un’altra persona accettando il dono dei figli e impegnandosi ad educarli nella fede; questo è un principio spirituale molto concreto, l’amore per il proprio coniuge e per i propri figli è il primo luogo del cammino spirituale della famiglia, esso come ogni cammino prevede insieme alla bellezza anche la fatica di una salita in montagna. C’è una scelta a monte, prendermi cura dei miei figli, questo dice anche l’impegno a portare insieme le fatiche che questa opera centrale per tutta l’umanità si porta dietro.
Ulteriore scelta da verificare diventa quella di come si decide di vivere certi momenti comuni della famiglia: andiamo tutti insieme, lasciamo i figli dai nonni, rimane a casa uno dei due, chiamiamo una babysitter, sto un po’ e poi vado via… e tante altre possono essere le modalità scelte. Io non so quale sia la migliore, credo tra l’altro che non ci sia perché caso per caso può chiedere che si passi da una ad un’altra, rimane comunque che indipendentemente da quella scelta, ognuna porta con sé conseguenze che sono da portare (ripeto non sopportare).
Il caso concreto di questa mamma prevedeva la scelta fatta come genitori di partecipare alla messa insieme a tutti i figli, credo una cosa bella e che però chiede di portarne anche le conseguenze, nel caso concreto la difficoltà nel gestire il figlio più grande; la cosa che di per sé può diventare occasione di disturbo, è anche in concreto la via scelta dalla famiglia per il proprio cammino spirituale e specifica cosa è l’impegno preso di educare i figli alla fede con tutta la fatica che questo comporta.
Per tornare alla domanda fatidica “cosa fare?”, dopo che ci si è chiariti sullo sguardo dall’alto che deve illuminare le scelte perché siano sempre più consapevoli e portino frutto, occorre continuare così e portare pazienza, non preoccuparsi eccessivamente delle reazioni dei vicini di banco i quali dovrebbero essere alleati del cammino educativo portato avanti dai genitori, così come la comunità dovrebbe esserne solidale; non dico di accettare acriticamente il comportamento insofferente e disturbante del figlio maggiore, è giusto che i genitori dicano e riaffermino cosa si aspettano da lui e mettano in campo meccanismi di controllo, questo però non dovrebbe mai portare ad arrabbiarsi e a perdere la pazienza perché si uscirebbe in tal modo dal cammino di autoformazione nel quale si è impegnati come genitori anche se ormai già adulti. Il genitore è chiamato a continuare a fare da genitore, il più serenamente possibile, il figlio di sette anni continuerà a fare il figlio di sette anni, ognuno chiamato a dare il meglio di sé (o il peggio di sé a seconda del lato da cui lo si veda) in una avventura educativa che non ha niente di scontato né di facile.
Nel caso concreto il suggerimento specifico è stato: visto che come coppia avete deciso di andare a messa tutti insieme vi richiamo alla fedeltà a questo impegno, fatelo nel migliore dei modi possibili sapendo che spesso le chiese e le liturgie non sono pensate per i più piccoli, è quindi normale che facciano fatica e questo dice che su certe cose è difficile intervenire, potete come parte della comunità sensibilizzare perché ci sia una maggiore attenzione riguardo al problema, sappiate che il vivere anche la fatica dello stare insieme vi arricchisce e dona un senso di spiritualità concreta alla vostra famiglia, correggi e riprendi tuo figlio senza arrabbiarti e fa tutto per suo amore anche quando si tratta di punire, infine ringrazia sempre per il dono dei figli.

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