105. La pastorale giovanile, così come eravamo abituati a svilupparla, ha
sofferto l’urto dei cambiamenti sociali. I giovani, nelle strutture abituali,
spesso non trovano risposte alle loro inquietudini, necessità, problematiche e
ferite. A noi adulti costa ascoltarli con pazienza, comprendere le loro
inquietudini o le loro richieste, e imparare a parlare con loro nel linguaggio
che essi comprendono. Per questa stessa ragione le proposte educative non
producono i frutti sperati. La proliferazione e la crescita di associazioni e
movimenti prevalentemente giovanili si possono interpretare come un’azione
dello Spirito che apre strade nuove in sintonia con le loro aspettative e con
la ricerca di spiritualità profonda e di un senso di appartenenza più concreto.
È necessario, tuttavia, rendere più stabile la partecipazione di queste
aggregazioni all’interno della pastorale d’insieme della Chiesa.
106. Anche se non sempre è facile accostare i giovani, si sono fatti
progressi in due ambiti: la consapevolezza che tutta la comunità li evangelizza
e li educa, e l’urgenza che essi abbiano un maggiore protagonismo. Si deve
riconoscere che, nell’attuale contesto di crisi dell’impegno e dei legami
comunitari, sono molti i giovani che offrono il loro aiuto solidale di fronte
ai mali del mondo e intraprendono varie forme di militanza e di volontariato.
Alcuni partecipano alla vita della Chiesa, danno vita a gruppi di servizio e a
diverse iniziative missionarie nelle loro diocesi o in altri luoghi. Che bello
che i giovani siano “viandanti della fede”, felici di portare Gesù in ogni
strada, in ogni piazza, in ogni angolo della terra!
Nessun commento:
Posta un commento