domenica 12 gennaio 2014

La scoperta del corpo: alcuni cambiamenti intervenuti

L’adolescenza è il periodo nel quale la persona vive con maggiore intensità cambiamenti che lo chiamano a un passaggio che mai più avverrà nel corso della vita; in tutto questo periodo il proprio corpo rivolge un appello impossibile da disattendere riguardo a come gestirlo e usarlo, sentendolo non solo più per sé ma anche per gli altri in una dimensione che diventa sociale. Sarebbe un errore pensare che tutto questo percorso si fermi al livello del corpo, esso investe nel formarsi della propria identità, forma una base sulla quale poi costruire la dimensione relazionale più ampia della propria esistenza con tutti i valori connessi, nonché l’identità di genere e l’orientamento sessuale da assumere.
In questo ambito grosse differenze emergono a seconda che si sia maschi o femmine. I primi solitamente se la cavano con meno fatica, non mostrano particolare fatica nell’esplorarlo, lo vedono come un qualcosa di cui avere cura, da coltivare (muscoli e forza), danno attenzione a come può funzionare ed essere mostrato curandone la capacità di sopportare sforzi, di essere usato bene perché produca frutti nello sport e diventa centrale il confronto con quello dei propri amici; non sto dicendo che tutto sia sereno e pacifico, infatti domina come ombra sempre presente, la paura che il corpo non sia adeguato o all’altezza, ma comunque volendo fare un bilancio finale il tutto viene affrontato abbastanza bene.
Per quanto riguarda le femmine il tutto risulta molto più complesso, questo emerge anche da come è fatto il corpo della donna e nel compito (a volte mistero) generativo che si porta dentro che risulta tutt’altro che evidente rispetto a quello dei maschi, il corpo femminile chiede di confrontarsi con la proprio vocazione materna iscritta in come è fatto, inoltre diversamente dai maschi la dimensione del piacere risulta molto più diffuso come esperienza globale del corpo e non solo concentrata negli organi genitali; questa complessità non è semplice da gestire perché chiede un equilibrio che sappia portare avanti tanti fattori nuovi che emergono: un corpo da capire, la femminilità che si definisce come nuovo di essere, la futura maternità che il corpo mi comincia preparare fin da ora e insieme a tutto questo la ricerca di relazione con gli altri; proprio per questo capita spesso di incontrare ragazze in difficoltà a gestire il rapporto con il fascino suscitato dal proprio corpo, con la paura nascente di non trovare nessuno che riconosca questa grazia per la quale tanto lavorano e che se non realizzata le destinerà sicuramente a non essere considerate da parte dei propri coetanei. Diversamente dai maschi il debutto del proprio corpo non è legato tanto al suo uso sessuato, ma alla verifica se esso sia capace di attirare, di far nascere interesse; conta molto il sentirsi cercata e desiderata.
In tutto questa fase ricca di attese quanto di caos, si colloca anche il ruolo dei genitori e degli educatori di riferimento degli adolescenti: cosa fare? Occorre impegnarsi in un cammino di educazione che lasci da parte i ricordi passati legati all’amore romantico, i propri sogni o le proprie esperienze vissuti in questo campo; nel contempo occorre tenere bene presenti quelli che sono i rischi maggiori a cui sono esposti gli adolescenti alla luce delle mutate condizione, star loro vicini lungo questo cammino faticoso, aiutarli a verificare e verificarsi rimettendo in funzione la loro testa, mettersi alla ricerca e cercare di capire cosa passa veramente nella testa e nel corpo dei ragazzi senza dar per scontato già di saperlo. Occorre superare la paura che ancora pervade il solo pensiero di dover parlare di sesso e affettività con tutto quello che ne gira intorno, questo chiede di fondare una nuova morale del corpo; se una adolescente oggi facesse una domanda sul sesso a propria madre rischierebbe una reazione impietrita e terrorizzata alla ricerca del maschio colpevole o nel dubbio che propria figlia possa essere incinta, mentre dovrebbe mettersi in ascolto e rispondere con competenza cercando di intercettare anche i non detti, confidando che alla fine del confronto non gli venga urgente necessità di consultare medici e psicologi.

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