venerdì 3 gennaio 2014

Chi ha ragione: il genitore o il figlio?

Capita spesso in occasione di contrasti di poterli risolvere solo trovando da che parte sta la ragione, a parte il fatto che ognuno pensa sempre che stia dalla sua, quello che voglio proporre in questo articola è che la ragione a volte può stare da tutte e due le parti e da qui nasce poi la questione di come saltarci fuori.
Nella nostra parrocchia c’è una Casa della Carità, servita da alcune suore che fanno famiglia insieme ad alcuni ospiti, una sera a settimana la messa parrocchiale si svolge lì, durante l’ultima messa sono rimasto contendo di vedere arrivare una famiglia della parrocchia tutta al completo, cosa difficile di recente visti i numerosi impegni che spesso i loro figli hanno; in seguito al mio saluto notai subito che il figlio maschio di quattordici anni aveva una faccia tutt’altro che entusiasta, facendo notare la cosa il padre subito mi confermò la cosa comunicandomi con tono deciso che almeno una volta ogni tanto la famiglia poteva fare questo e se anche era stato necessario obbligare proprio figlio ne era valsa la pena. Lasciando questo esempio di vita come sottofondo, il desiderio è di allargare il discorso alle tante volte nelle quali genitori e figli si trovano a “combattere” nel prendere certe decisioni.
Bene è ora di schierarsi: chi aveva ragione, il padre ad obbligare il figlio a venire a messa o il figlio a lamentarsi resistendo non volendo venire?
In generale per principio le possibilità che si posso incontrare sono: che nessuno dei due abbia ragione, che abbia ragione il padre e non il figlio o viceversa, ma ultima fra tutte anche che abbiano ragione tutte e due. Ma è possibile quest’ultima alternativa? Io credo di sì e che sia molto più diffusa di quanto pensiamo, questo caso concreto ne rappresenta un esempio; quasi ironicamente essi per primi se lo sono detti nel momento in cui ho fatto loro la domanda fatidica, ognuno si è attribuito il lato della ragione, in effetti ci hanno beccato tutti e due.
Il padre ha ragione nel chiedere che la propria famiglia sempre sparsa tra tanti impegni e diverse età possa ritrovarsi insieme in un momento importante per essa; d'altronde ritengo che anche il figlio abbia ragione nel manifestare la proprio resistenza di fronte alla proposta desiderando di essere altrove o a farsi i propri. Come fare allora? Quale soluzione?
Intanto dipende tu che genitore sei, o che figlio sei; la mia proposta mostra una via di gestione del conflitto ma chiede anche il condividere uno sguardo antropologico sulla persona che ho qua appena accennato e che si può trovare meglio descritto in altri miei interventi. Se ti senti di poter condividere questa mia impostazione, la prima cosa che ti viene chiesta è di riconoscere che ci possono essere delle ragioni valide quante le tue anche nelle scelte prese dall’altro: se dico che ha ragione tuo figlio non necessariamente dico che sei un cattivo genitore ma dico solo che ci sono ragioni da accogliere nella sua protesta, se dico che ha ragione tuo padre non necessariamente sono schiavo del mondo adulto che vuole sempre avere ragione ma dico solo che occorre anche cercare di entrare nelle ragioni che non sono solo nostre.
Nella logica “io ho ragione e tu no” non si trova molto respiro a una soluzione diversa da quella che rimane l’imposizione in un clima di guerriglia. Accettando invece di mettersi in discussione e di compiere il cammino che porta a riconoscere le ragioni l’uno dell’altro, si apre una nuova prospettiva di soluzione alla conflittualità che è quella della contrattazione: abbiamo di fronte due persone, entrambe hanno ragione, ma solo una delle due prospettive può essere percorsa, occorre trattare e mediare. È chiaro che il tutto si colloca ben al di là del semplice caso specifico in oggetto, siamo all’interno di un tessuto di relazioni che vive di fatto già equilibri non sempre facili da trovare, e il contrattare è tutt’altro che la soluzione più semplice e breve, ma credo sia la migliore. Di fatto non dico niente di nuovo, già tante persone impegnate in ambito educativo credo mettano in pratica quanto ho cercato di spiegare, tante volte però lo fanno inconsapevolmente e pur arrivando al giusto risultato credo che il rendersene meglio conto possa aiutare anche a dirsi le parole giuste e ad arrivarci più serenamente.

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