lunedì 25 novembre 2013

Ripensare i luoghi ecclesiali - sintesi

SINTESI IN POCHE RIGHE DELLE TRE PARTI PUBBLICATE

È una riflessione a voce alta messa per iscritto al fine di dare maggiore concretezza alla necessità di interrogarci come Chiesa quali scelte pastorali di impegno fare e quali criteri di discernimento delle attività adottare

Vita quotidiana e strutture devono tornare ad incontrarsi, da qui la necessità del ripensarsi.

Di fronte a tante domande non c’è un’unica risposta, da qui la necessità di darsi insieme dei criteri, che siano il più evangelici possibile, e degli orientamenti anche perché la diversità del territorio e delle esperienze chiederà sempre di affidare il tutto a quanti poi sono in prima linea.

Mettere al centro il principio del come fare e non tanto la messa in discussione dei principi che ci guidano.

Necessario puntare non solo a ad essere di riferimento ma a far cresce il senso di appartenenze e guardare a questo secondo aspetto per valutare la sensatezza delle attività.

Quattro indicazioni operative:
1.       non guardare tanto a casa propria, alla proprie logiche e necessità pastorali, ma partire andando incontro ai luoghi della vita ordinaria raccogliendone le sfide; evitare le false valutazioni che nascono da uno sguardo solo alle nostre attività, ci facciamo spesso falsi problemi che non centrano poi la realtà dei fatti;
2.       individuati i nodi centrale, identificare i luoghi veri della vita della gente evitando le crociate contro le tendenze predominanti e parlando in modo concreto e non astratta delle questioni centrali della vita delle persone;
3.       una formazione che non punto a rendere capaci di difendersi dal mondo di fuori che è pericolo, ma che aiuta all’impegno nel mondo per renderlo più sicuro, bello e interessante;
4.       impegnare le forze migliori non per progetti interni alle nostre strutture, ma per mandarli nel mondo con lo scopo non di trasformare le realtà di vita in realtà ecclesiali, ma farle diventare da luoghi di disagio a luoghi di agio.

La celebrazione liturgica della salvezza come si compie durante la messa e chiede di tenere insieme l’aspetto della lode a Dio con il dare la possibilità concreta di incontrare la comunità e di goderne la presenza, il rischio è di perdere parte della sua capacità di mediare la salvezza nella vita della gente; occorre certamente una catechesi  ma anche per la messa occorre andare incontro alla vita concreta della gente e alle gioie e problemi  che la caratterizzano quotidianamente.

Mi chiedo se non sia forse giunto il momento di rivedere anche l’impostazione dei vari uffici pastorali per contribuire a un cambio di impostazione della pastorale delle singole comunità come tentativo di essere maggiormente incidenti in una impostazione missionaria e di presenza nel mondo e nella vita delle persone.

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