martedì 30 dicembre 2014

Quando le leggi non educano

Recentemente, nel comune dove svolgo il mio servizio, un’ordinanza del sindaco per gli ultimi giorni dell’anno e i primi di quello nuovo, vieta l’uso di botti e strumenti pirotecnici. Certamente è condivisibile la preoccupazione e il desiderio di preservare l’incolumità di quanti mettono in pericolo la propria salute con un uso non corretto di tali strumenti.
C’è però qualcosa che non mi convinceva, ho provato a guardare la cosa da educatore e mi sono chiesto: ma non stiamo rischiando di colpevolizzare i ragazzi e di indurli ad attuare comportamenti contro la legge invece di aiutarli a non farlo?

Mi spiego meglio: se permettiamo che acquistino i fuochi di artificio e poi gli diciamo di non usarli, noi di fato li spingiamo in una situazione di tentazione che non tutti gli adolescenti sono sufficientemente maturi per portare avanti, non solo ma poi invece di aiutarli li puniamo anche multandoli facendo percepire loro che devono pagare per un nostro comportamento non adeguatamente educativo, visto comunque che sono degli adulti che danno loro i soldi e degli adulti a venderli. Perdonate l’esempio banale e semplicistico: compriamo la nutella, gliela mettiamo in mano e gli diciamo di non mangiarla, non stupiamoci se tornando a casa la troviamo vuota, era meglio non comprarla; credo nel caso specifico dei petardi che la cosa si rafforzi visto il maggiore rischio rispetto a un semplice mal di pancia da abuso di nutella.
Quello che mi muove è il desiderio di un approccio educativo e coerente della legge e degli interventi degli amministratori; credo veramente che ci sia il rischio di non mettere i ragazzi nelle condizioni di poter rispettare la legge e questo non perché siano cattivi ma perché i nostri interventi non sono coerenti tra di loro: ti lascio comprare qualcosa che so che ti fa male, ti dico di non usarla, se lo fai di punisco; è una logica presente in tanti interventi normativi, non sono qua a criticarne l’impostazione a livello generale, dico solo che quando si tratta di interventi che riguardano anche il mondo giovanile, questo modo di procedere e ragionare presenta notevoli limiti che rischiano di esporre i ragazzi invece di tutelarli.
Visto che nelle premesse dell’ordinanza viene ricordato come anche i petardi di libera vendita rappresentino un pericolo, non sarebbe stato meglio come fatto anche da altri sindaci di decretare il divieto di vendita di tale strumenti? Se non per tutti almeno per i minorenni, elevando l’età minima per l’accesso a ogni forma di questi strumenti; in seguito vigilare maggiormente perché non siamo venduti in modo abusivo, sempre da adulti, a ragazzi che non ne hanno l’età.
Sono convinto che nessuno voglia educare i ragazzi solo con interventi normativi, che si pensi ben altro e di più nei progetti dello stato e delle amministrazioni pubbliche, ma una maggiore coerenza riguardo a certi interventi credo sarebbe di aiuto.

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