Alcune settimane fa, mentre parlavamo di temi che
riguardavano la dimensione morale della sessualità dell’uomo e della donna, una
ragazza normalmente riservata esclamò “perché la Chiesa ce l’ha con due uomini se
si amano?”; la sua domanda riguardava il tema più ampio del riconoscimento
delle unioni di persone con lo stesso sesso.
Né Dio né la Chiesa ce l’hanno con loro, Dio e la Chiesa non
sono mai contro la persona umana, la questione non riguarda un giudizio
particolare su casi specifici, non esistono persone di serie A e quelle di
serie B; la questione occorre che vada spostata dal piano personale, sul quale
non mi permetto di entrare, a quello morale riguardo ai principi guida della
vita.
Io, non ho niente da ridire se due donne si amano e vanno a
vivere insieme, quello che mi urta è quando da questo si vuole elevare un
principio generale che dice che non c’è differenza tra unione eterosessuali e
omossessuali; a me sembra così evidente che non siano la stessa cosa, non è un
giudizio ma una constatazione, sono realtà diverse! Diventa pertanto una
forzatura trattarle come se fossero la stessa cosa, sia sul piano dell’uguale
riconoscimento che dei diritti annessi.
La famiglia umana è costituita da uomo e donna,
cristianamente questo è accompagnato da una promessa pubblica che trova il suo
celebrarsi in un sacramento: il matrimonio; altre tipologie di relazione possono
esistere, chiedere di trovare una loro collocazione che non è quella della famiglia,
chiedendo come loro diritto che le persone coinvolte vengano rispettate nella
loro dignità; non spetta alla Chiesa legiferare in merito, spetta ai cittadini
(cristiani e non) impegnarsi in questo cammino.
La Chiesa rimane lì, affermando il valore di riferimento,
richiamando la verità e il disegno di Dio sulla famiglia così come scritto da
sempre nella convivenza sociale, per tenere sveglie le coscienze; rimane lì a
far sì che anche gli interventi legislativi e le determinazioni assunte non
portino confusione e rispettino la diversità evidente esistente tra la famiglia
e le unioni di altro genere.
Dio disse:
"Facciamo l'uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: domini
sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli
animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra".
E Dio creò l'uomo a
sua immagine; a immagine di Dio lo creò:
maschio e femmina li creò.
Dio li benedisse e Dio
disse loro: "Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e
soggiogatela, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni
essere vivente che striscia sulla terra". (Gn 1,26-28)
C’è il desiderio di Dio di mostrarsi, di comunicarsi. La
persona umana porta scritto dentro l’immagine di Dio racchiusa nei diversi
caratteri del maschile e del femminile non separatamente ma insieme perché Dio
è comunione; l’immagine di Dio sta nell’uomo e nella donna le cui vite e la cui
unione sono benedette da Dio perché possano insieme, e solo insieme, prendersi
cura uno dell’altra e così di tutto il creato.
Questo è senz’altro un tema delicato da trattare con i giovani, credo occorra una grande limpidezza nel comunicare l’oggettività della valutazione senza cadere in giudizi personali, mostrando che non è una posizione contro nessuno, ma a difesa di un valore importante quale quello della famiglia. Occorre aiutarli a rendersi conto che non è una presa di posizione teorica della Chiesa, ma come questa sia basata su un progetto così come scritto nella Genesi e soprattutto scritto nella persona umana, nel proprio corpo sessuato, nel proprio essere maschio e femmina, nella capacità generativa che segue determinate modalità; come tuto questo sia un dono bellissimo che parla e dice qualcosa riguardo a chi siamo e come siamo chiamati a vivere, di come in gioco non ci sia solo la questione del riconoscimento delle coppie omossessuali, ma l’identità stessa della persona umana, del sue vivere e relazionarsi, delle conseguenze che questo ha a cascata su tutto il vivere sociale, di come quindi vada curata in modo particolare per il bene di tutti e non solo della Chiesa.
Questo è senz’altro un tema delicato da trattare con i giovani, credo occorra una grande limpidezza nel comunicare l’oggettività della valutazione senza cadere in giudizi personali, mostrando che non è una posizione contro nessuno, ma a difesa di un valore importante quale quello della famiglia. Occorre aiutarli a rendersi conto che non è una presa di posizione teorica della Chiesa, ma come questa sia basata su un progetto così come scritto nella Genesi e soprattutto scritto nella persona umana, nel proprio corpo sessuato, nel proprio essere maschio e femmina, nella capacità generativa che segue determinate modalità; come tuto questo sia un dono bellissimo che parla e dice qualcosa riguardo a chi siamo e come siamo chiamati a vivere, di come in gioco non ci sia solo la questione del riconoscimento delle coppie omossessuali, ma l’identità stessa della persona umana, del sue vivere e relazionarsi, delle conseguenze che questo ha a cascata su tutto il vivere sociale, di come quindi vada curata in modo particolare per il bene di tutti e non solo della Chiesa.
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