martedì 16 dicembre 2014

Educazione alla o della fede?

Ciao don, non sappiamo cosa fare con i nostri ragazzi quest’anno, non sappiamo se tenere un approccio molto umano ma forse poco cristiano come annuncio diretto, oppure fare una proposta forte sulla Parola ma rischiando che non sia capita ed allontanare qualcuno”.
Questi ed altri confronti simili capitano spesso mentre si incontrano gli educatori di gruppi giovanili presi tra il desiderio bello di parlare di Dio e la fatica di farlo sia personalmente che a ragazzi non sempre entusiasti della cosa. Credo al riguardo opportuno riprendere la differenza, di cui parlava già Paola Bignardi [1], tra educazione alla fede ed educazione della fede; non si tratta di un gioco di parole ma ci avvicina a una questione centrale nel campo educativo dei giovani, io per primo in tanti mie interventi non sono così attento nell’uso delle parole secondo la differenziazione indicata, qua decido di esserlo per chiarezza, poi comprendo come non sempre nei confronti quotidiani la cosa debba essere così definita, anche alla luce delle diverse sfaccettature dell’universo giovanile.

La prima dimensione, quella dell’educazione alla fede, considera il discorso intorno ad essa come qualcosa per niente scontato, non la dà per assodata né per scelta fatta, richiede un approccio capace di educarla (tirarla fuori) e formarla, il cammino è considerato come iniziatico e sarà indirizzato partendo principalmente dalla ricerca di senso dell’uomo nel suo incontro possibile con Dio come risposta alle domande centrali dell’esistenza. La seconda dimensione, quella dell’educazione della fede, la considera invece come ormai inizialmente e germinalmente scelta così che il tutto si inquadra come un accompagnamento di quanti hanno già detto un primo sì a Dio “compromettendosi”, ed ora sono impegnati giorno dopo giorno nella crescita del loro discepolato confrontandosi con le gioie e le fatiche che questo comporta. Sono due dimensioni di fatto una consecutiva dell’altra: aiutare i giovani a dire il proprio sì a Dio per poi accompagnarli a una maturazione continua di questa risposta.
Credo sia importante che chi si impegna nel campo dell’educazione in un’ottica cristiana cerchi di capire a che punto si trovano coloro che è chiamato ad aiutare a crescere, la cosa non è per niente semplice, partendo dal presupposto che giudicare la fede non si può occorre limitarsi a prendere nota della posizione assunta dai ragazzi nei confronti di essa, finche si tratta di un cammino singolo la cosa diventa più chiara non altrettanto in gruppo quanto posso esserci situazioni molto diverse tra di loro. Pur nella difficoltà credo che la fatica vada fatta, ad essa consegue una scelta di impostazione coerente con le conseguenze di cui parlavo più sopra e che portano a darsi contenuti e obiettivi diversi.
Nel Vangelo troviamo un incontro tra Gesù e un uomo che da lì in poi cambierà vita, e che può narrare del cammino di cui ho cercato di parlare fino a qua. Entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, quand'ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: "Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua". Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: "È entrato in casa di un peccatore!". Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: "Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto". Gesù gli rispose: "Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch'egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto". (Lc 9,1-10)
Questo racconto mostra una sintesi del cammino di fede di Zaccheo, egli diventa quasi una icona che ci mostra come il discorso intorno alla fede porta sì a incontrare in Gesù la risposta a quanto cercavamo, ma anche una rottura nelle abitudini della vita, così da presentarsi come un qualcosa di controcorrente e contemporaneamente  possibile da seguire. Zaccheo ha passato la propria vita a gestire soldi, intascandosene più del dovuto, dando ad essi più importanza rispetto a quello che la gente pensava di lui, in tutto questo scatta qualcosa che lo porta a desiderare di avvicinarsi a Gesù se pur mantenendone una certa distanza. L’incontro avviene e Zaccheo decide di accogliere la proposta di Gesù, scende dall’albero e gli apre le porte di casa sua. Non è da sottovalutare tutta la corsa, la ricerca, la fatica, l’esporsi di questo primo momento che porta in superficie tutte le domande che ha dentro e che in parte emergeranno poi nel resto del brano. Il tutto si sposta in casa sua e mostra come l’incontro e il sì detto poco prima lo portano ora come conseguenza quasi naturale a cambiare il proprio stile di vita, non solo a parole ma visibilmente a tutti, in particolare a quelli ai quali ha fatto più del male. Una volta che la fede è scelta essa cambia la vita, se non è così significa che non c’è ancora stato il passaggio decisivo e siamo ancora in un cammino di educazione alla fede e non della fede.
Cosa fare? Potrebbe essere interessante riprendere in mano i Vangeli soffermandosi sugli incontri vissuti da Gesù con la gente, analizzarne le dinamiche nelle diverse prese di posizione di chi accoglie, rifiuta o non prende posizione nei confronti di Gesù e di quello che conseguentemente lui dice e dei gesti che compie. Tra tutti vale sicuramente la fatica di soffermarsi sulla crescita vissuta dai discepoli, dalla prima chiamata fino alla prova della persecuzione, passando in mezzo alla conoscenza di lui, alla difficoltà, al confronto tra la sequela scelta con i sogni in progetto.




[1] P. Bignardi, La questione dell'educazione alla/della fede, http://www.notedipastoralegiovanile.it/index.php?option=com_content&view=article&id=6838:la-questione-delleducazione-alladella-fede&catid=112:educazione-dei-giovani-alla-fede&Itemid=167, agg. 09 Maggio 2014.

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