Avvicinandosi l’estate, è arrivato il momento di aprire le
iscrizioni al Grest (centro estivo offerto dall’oratorio). In questi anni i
partecipanti sono aumentati a tal punto che, per vari motivi, si è deciso di
mettere le iscrizioni a numero chiuso. Questo ha fatto sì che il primo giorno
di iscrizione si creasse una fila lunghissima di quanti volevano iscrivere dei
ragazzi.
Certamente le cose potevano essere organizzate meglio da
parte nostra, ma quanto ha rattristato me ed altri, sono stati esempi di poca
civiltà e maleducazione da parte degli adulti in fila. È capitato di veder rimanere
fuori dei bambini di mamme che attendevano onestamente il loro turno, perché
altre più “furbe” passavano le iscrizioni alle amiche nei primi posti. A causa
della inciviltà di alcune persone ci hanno anche rimesso coloro che avevano
realmente bisogno.
Questo evento ci ha mostrato che la poca attenzione dimostrata
rappresenta purtroppo un modo di fare consueto oggi, esso ci tenta al pensare solo
al proprio interesse, giustificando così la prepotenza e l’oppressione sopra i
più deboli e gli ultimi. Credo sia emersa una foto ingrandita della realtà del
mondo nel quale viviamo, che si riflette poi anche in altre situazioni, e che
tanto condiziona anche la crescita dei più giovani.
Credo che ognuno degli adulti passati per le iscrizioni
debba chiedersi quale esempio ha dato con il proprio comportamento, quale cultura
contribuisce a far crescere. Non è possibile che ci impegniamo solo a parole a
far crescere i nostri ragazzi, è questione di coerenza di vita. Capita
purtroppo che tante volte, certi comportamenti scorretti dei giovani, siano da
attribuire all’ispirazione della cultura adulta tanto ostentata e diffusa
grazie ai mezzi di informazione e di comunicazione di massa.
Di fronte al tutto ci sono state anche persone oneste e
altri che si sono resi disponibili ad aiutare o a riflettere sopra la cosa
perché non tornasse a succedere. Sono contento che gli adulti desiderino questo,
spero che lo stesso impegno lo mettano anche nel mondo e nelle cose di tutti i
giorni che li vedono a contatto con amici, colleghi, conoscenti; solo così si
incide veramente sulla società. Possiamo comunque partire da noi. Come ha fatto
giustamente notare una madre, i valori che trasmette il Grest dovrebbero
passare anche in questi momenti.
Alla delusione e al malcontento di tanti, in particolare a
una mamma cristiana, che triste veniva da me condividendo il suo constatare
come alla fine chi rispetta le regole si ritrova penalizzato, desidero
riaffermare con fede alcuni pensieri.
Sì è triste e la cosa ci spiazza, però non dimentichiamoci
che eravamo stati avvisati da Gesù che “I
figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli
della luce” (Lc 16,8), c’è una furbizia che è propria del male, di
meccanismi cattivi. Ad essi a volte ci aggrappiamo, anche noi cristiani, così
da diventare non tanto figli delle tenebre ma scaltramente figli di questo
mondo adeguandoci a una mentalità pericolosa, non dovremmo invidiare chi agisce
in questo modo. “Vi esorto dunque,
fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio
vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non
conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la
vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui
gradito e perfetto” (Rm 12,1-2).
Credo che chi si sia comportato onestamente deve farsene un
vanto, considerandolo un segno concreto di maturità cristiana. “Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora
dovete essere un po' afflitti da varie prove, perché il valore della vostra
fede, molto più preziosa dell'oro, che, pur destinato a perire, tuttavia si
prova col fuoco, torni a vostra lode, gloria e onore nella manifestazione di
Gesù Cristo” (1Pt 1,6-7).
Non è una logica semplice quella del Vangelo, perché è
quella della croce, di un Gesù che sembrava veramente sconfitto e un perdente
anche agli occhi dei propri discepoli (vedi quelli dei Emmaus). La logica della
croce è viva più che mai anche oggi nella vita di ogni cristiano; la vivo sulla
mia pelle di prete e so che non è facile in certi momenti quando come cristiani
ci sembra di essere i perdenti e i nuovi crocifissi di questo mondo, perché
fedeli a certi valori.
Credo debba essere insieme alla fatica anche motivo di
orgoglio e di testimonianza concreta al mondo, in particolare ai giovani, che è
possibile percorrere vie di giustizia senza per forza essere obbligati a
seguire quelle del mondo; che la vittoria sul male si può nascondere anche
dietro al mondo che ci sbeffeggia e alza la voce, mentre è solo il grido del
male sconfitto.
Desidero concludere con le parole di una canzone,
sicuramente conosciuta da quanto hanno frequentato l’Arsenale della Pace
(SERMIG).
Se cambio anch’io il mondo cambia
se vivo semplicemente, se non spreco
se non consumo che il necessario.
Se non deturpo la natura
se faccio in modo che tutto venga riusato,
se rispetto ogni cosa.
Se ammiro la semplicità
se tratto l’uomo
con lo stesso amore
che voglio per me, io vivo da vivo.
Se cambio io
il mondo ha cominciato a cambiare
se cambio io
il mondo ha cominciato a cambiare
Se cambio anch’io
il mondo cambia
se vivo semplicemente
se non spreco
se rispetto ogni cosa.
se rispetto ogni cosa.
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