venerdì 8 maggio 2015

Sana autocritica: occorre saper ricominciare

Arriva sempre il momento nella vita di chiunque abbia a che fare con adolescenti, di impegnarsi in una verifica e in una autocritica, sia perché i ragazzi sono molto bravi nel saperti provocare da tutti i punti di vista, sia perché capita umanamente e normalmente di sbagliarsi.
Capitò una sera di trovarmi molto arrabbiato, certamente il tutto partì in seguito all’occasione in cui avevo beccato alcuni ragazzi a rubare delle lattine in oratorio, ma non è questo che mi rovinò la giornata, fu piuttosto l’essermi accorto di non aver saputo gestire la cosa adeguatamente: ho alzato la voce, ho usato le parole sbagliate, ho cominciato a sparare sentenze passando dall’oggettivo al personale… insomma ho fatto l’opposto di quello che tanto scrivo in questo blog.
Sì certo i ragazzi hanno oggettivamente sbagliato in quello che hanno commesso, ma anche io ho oggettivamente sbagliato in come ho reagito. Cosa fare? O si rimane sulle proprie oppure occorre sapersi chiedere scusa reciprocamente; nella mia esperienza ho scoperto che i giovani sanno farlo molto più velocemente di quanto non riesca io e anche con meno fatica.
Capita di sbagliare anche a noi adulti, occorre riconoscerlo, dire e condividere con gli altri con i quali condivido quest’opera le fatiche e la vergogna di fronte ad alcune mie mancanze, che in certi momenti mi rendono faticoso guardare negli occhi i ragazzi. La cosa pesa di più quando, nonostante il buon impegno messo e la lotta contro il tempo e il mio carattere, continuo a cadere. Mi rendo conto che soffro per il mio orgoglio ferito, ma mi accorgo che accanto a me vive una presenza che accoglie il mio dispiacere e che mi invita all’amore; esso mi guida alla fiducia di non essere solo. Mi porta a un incontro tra il mio limite e l’amore di colui che limiti non ha, che non smette di amare, che mi richiama amichevolmente all’errore fondamentale che è quello di fare ancora e solo troppo affidamento su di me invece che su di Lui. Chiesi perdono, fui rialzato e rinvigorito, Dio mi disse che la cosa più grave non è cadere,
ma restare a terra. Disse Gesù: Che cosa è più facile: dire al paralitico "Ti sono perdonati i peccati", oppure dire "Àlzati, prendi la tua barella e cammina"? Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te - disse al paralitico -: àlzati, prendi la tua barella e va' a casa tua". Quello si alzò e subito presa la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò,  (Mc 2, 9-12).
Quale gioia e ricchezza potersi affidare a Gesù, quale sollievo trovato in lui capace di guarire le mie gambe stanche, il mio animo rassegnato, quale desiderio di bene che nasce dal sentirsi perdonato e invitato a fare meglio, quale energia e desiderio dall’invito a tornare a casa per continuare da persona “rialzata” (risorta) la mia opera.
È il suggerimento che lascio a tutti voi amici educatori, lasciatevi portare da Gesù, lasciatevi sollevare dalle sue parole, lui è capace di fare la differenza nella nostra vita e di fare del nostro peccato perdonato, un nuovo invio alla missione.

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