domenica 22 dicembre 2013

Contro una diseducazione passata per educazione: omofobia, transfobia, teoria del gender, matrimoni e adozioni a coppie omosessuali

Visto che qualcuno fraintende, preciso che io sono d'accordo con l'impostazione assunta da questa associazione, mi sento a fianco a loro nel loro cammino di difesa della famiglia naturale e contro la teoria gender

Questa associazione nasce in stretto legame con l'omonima realtà francese con lo scopo di mobilitare i cittadini italiani di tutte le confessioni religiose, politiche e culturali e risvegliarne le coscienze in merito alle problematiche riguardanti le recenti leggi su omofobia e transfobia, teoria del gender, matrimoni e adozioni a coppie omosessuali. Il suo scopo è garantire la libertà di espressione, preservare l’unicità del matrimonio tra uomo e donna e il diritto del bambino ad avere un padre ed una madre.


Sintesi situazione in Europa e Italia
- EUROPA: il Rapporto Estrella, dopo essere stato respinto dal Parlamento Europeo un mese fa, è tornato in commissione tale e quale e sarà votato nuovamente. Obiettivo del documento è di far pressione sugli stati membri affinchè garantiscano aborto, contraccezione, fecondazione assistita e corsi obbligatori di rieducazione "gender".
- ITALIA: il 3 dicembre è ricominciata la discussione in Seconda Commissione Giustizia al Senato del ddl Scalfarotto in materia di omofobia e transfobia. Come alla Camera anche stavolta la discussione avviene di notte: davvero è l'emergenza del Paese? Con la modifica alla legge Reale/Mancino non si andranno a tutelare le persone discriminate - come già tale legge prevede - ma si andrebbe a istituire un reato di opinione. L’obiettivo è quello di arrivare al matrimonio e alle adozioni gay a tappe forzate.
- ROMA: il Sindaco Ignazio Marino, dopo aver negato l’autorizzazione ad un convegno a difesa della famiglia organizzato dall’Associazione Famiglia Domani, ha proposto di colorare le luminarie di natale con i colori "gay-friendly". Alla faccia della libertà di espressione la bandiera arcobaleno sventolerà sul Campidoglio dal 9 al 15 gennaio 2014.
- VENEZIA: in questi mesi si sono svolti i corsi per "rieducare" all'ideologia gender i formatori delle scuola materna e primaria, all'insaputa delle famiglie. Tutto ciò grazie all'opera della delegata per i diritti LGBTQI, Camilla Seibezzi, che ha proposto di abolire i termini padre e madre a favore di genitore 1 e genitore 2, e all'appoggio dell'Assessore per le politiche educative e della Famiglia.



Linee guida per un’informazione rispettosa delle persone LGBT
Sono le regole che i media dovranno seguire – secondo gli estensori del documento – nel parlare di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali/transgender (questo significa la sigla). Le ha appena pubblicate il Dipartimento per le Pari opportunità (presidenza del Consiglio di ministri), insieme all’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, per educare, anzi "rieducare", i giornalisti.
Ma come nasce l’idea di trattare gli omosessuali con regole diverse da quelle che riguardano il resto dell’umanità? La risposta nell’introduzione del documento: l’Italia «non conosce ancora il concetto di crimine d’odio verso la comunità LGBT» ma «si sta adeguando» e «un progetto di legge contro l’omofobia è attualmente in discussione al Parlamento». Sia chiaro fin da ora che il rispetto è dovuto a tutte le persone, nessuna esclusa, e che sposiamo in toto il documento laddove chiede che gay e lesbiche non vengano insultati o discriminati in quanto tali, ma nemmeno è accettabile il contrario. Soprattutto non è accettabile il ritorno a dettami che impongano un punto di vista, tanto più se univoco, contrario alla fede, o al libero pensiero, o persino alla Costituzione. Questi i principali punti del decalogo:

TEORIA DEL GENDER
Sesso e genere non vanno confusi. Il primo riguarda gli apparati genitali, il secondo è l’insieme di "elementi psicologici, sociali e culturali" che determinano l’essere uomo o donna. Due sfere indipendenti, avverte lo scritto, perché è solo l’identità di genere che permette a un individuo di dire "io sono un uomo, io sono una donna".

LESBICHE O DONNE GAY?
Il bravo giornalista non userà parole come gay o omosessuale per le lesbiche, perché «in Italia da decenni il movimento lesbico si è legato con le istanze del femminismo», promuovendo appunto l’uso della parola. Farla entrare nell’uso comune è un passo importante.

IL TRANS O LA TRANS?
«Nella maggioranza delle persone il sesso biologico e l’identità di genere coincidono», ammette per una volta il testo. Ma le persone transessuali sentono di appartenere al sesso opposto e decidono per «la riassegnazione chirurgica del sesso». Come parlarne, al maschile o la femminile? Dovremo appurare che cosa loro si sentono e, di volta in volta, «utilizzare pronomi, aggettivi, articoli coerenti con la sua espressione di genere». Giustamente si ricorda che non tutti le transessuali sono prostitute, e comunque è bandita la parola prostituta, sostituita da «lavoratrice del sesso trans».

FAMIGLIE E MATRIMONI
Le "famiglie gay" dovranno essere semplicemente chiamate "famiglia", esattamente come «quelle in cui i genitori appartengono a due generi diversi», così come parleremo semplicemente di "matrimonio", non più di matrimonio gay, come a dire che i due concetti coincidono.

UTERO IN AFFITTO
Guai a dire le cose come stanno; se due gay desiderano procreare devono affidarsi all’utero di una donna che ospiti lo sperma di uno dei due e l’ovulo di un’altra donna ancora. Ma «utero in affitto contiene in sé un giudizio negativo» e «non lascia spazio alla formazione autonoma di un’opinione».

UNA CAMPANA SOLA
In caso di dibattito, no al contraddittorio; si inviteranno e intervisteranno solo persone LGBT. Sgraditi anche esperti e psicologi perché tendono a «depoliticizzare» le questioni. Vietato naturalmente sostenere che i figli hanno bisogno di due genitori, una madre e un padre.



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