Mi trovo a tavola, in uno dei pranzi delle tante vie comunitarie che
faccio con i gruppi adolescenti delle miei parrocchie, una ragazza nera in
volto non smette di ripetere: la vita fa schifo. Niente di traumatico, certo da
come ne parla sembra che la giornata si sia accanita in modo particolare su di
lei; conta poco risponderle a tono affermando che poi non è che sia così tanto
brutta. Un po’ la capisco, la vita sicuramente è difficile, soprattutto alla
sua età.
Eppure la vita è bella, lo ripeto perché occorre che noi adulti lo
ricordiamo ai nostri ragazzi, quando invece corriamo il rischio di presentarne
alcuni aspetti come particolarmente “pericolosi”. I ragazzi crescono, prima o
poi la vita in famiglia non basta più, ci si mette alla ricerca di amici, un
giorno si incontrerà una persona per la quale tutto di noi comincerà a fremere, il corpo comincerà a
desiderare il piacere dell’incontro di due corpi.
Non c’è niente di male in questo, eppure troppi ragazzi non hanno
qualcuno che glielo dica. C’è chi dice di stare attenti e andarci con calma,
chi di non darci troppa importanza e provarci, pochi sono quelli che
guardandolo gli diranno la fortuna di provare una tale attrazione per un’altra
persona.
Come adulti, se non sapremo narrare loro la bellezza dietro la vita e
l’amore gli uni per gli altri, condanneremo i nostri giovani amici all’unica
alternativa praticabile che sarà quella di cercare un po’ a caso, facendo così
è probabile che si faranno male ferendosi e ferendo gli altri, rischiando
quell’amore bello che nessuno gli ha detto essere tale.
È una cosa così grande anche per noi adulti, poter accompagnare i
ragazzi quando si aprono all’amore, certo a volte con il cuore in gola, un po’
sospesi di fronte a passi ancora non sicuri dove non è sempre tutto chiaro. Mi
chiedo come mai noi adulti spesso vediamo solo errori e pericoli invece di
rimanere estasiati e stupiti.
È così che un giorno parlando di queste cose con un ragazzo che era
venuto a confessarsi di certe cose che sentiva dentro nei confronti di una
ragazza, dopo aver fatto insieme un po’ di chiarezza su tante cose che giravano
dentro di lui, insieme a interrogativi che il mondo non sembra dar risposta
attraverso film, blog e gossip vario. Questo giovane sorpreso e sollevato mi
guardò dicendomi: quindi è una cosa bella e io non lo sapevo.
Il desiderio di cui si vergognava, certo cresciuto in modo un po’
disordinato, non era sbagliato. Lo sarebbe stato il lasciarlo crescere in
maniera casuale non seguendolo con l’attenzione e il piacere che giustamente
merita. È stato bello potersi confrontare con lui e vedere che pian piano
maturava la consapevole che, dietro a questo desiderio, c’era una ricerca più
profonda e ricca di significato, una strada bella che non solo impelleva, ma
che meritava di essere seguita.
Siamo schiavi se i nostri desideri ci dominano, ma se sappiamo
accoglierli e accompagnarli nella loro crescita e maturazione, sappiamo
diventarne padroni, così saremo messi nella condizione di poter scegliere e
decidere liberamente. Occorre aiutare ogni ragazzo a rendersi conto che non si
nasce liberi, ma si conquista la propria libertà, solo così quando diremo “ti
amo” ad un’altra persona, faremo verità nelle nostre vite. Il cammino, è quello
di trasformare il desiderio di prendere, nella volontà di donare e nel contempo
saper accogliere quello che l’altro decide di offrirmi.
Il nostro giovane amico, mi disse che il suo corpo, grazie a questa
consapevolezza intuita, era cambiato, diventando più attento a quello degli
altri e soprattutto della sua “altra”. Mi sono permesso di dirgli una cosa
grossa, che non era necessario capire, ma semplicemente tenere presente e, per
ci crede in Dio , averne fede. In quegli occhi dei quali si era innamorato,
dietro quella bocca che tanto desiderava, in quegli abbracci che scaldavano la
sua vita come niente al mondo, c’era il sorriso di Dio che lo invitava alla
grande avventura dell’amore, quello vero, del quale per tante volte Gesù ha
parlato ai suoi amici e arrivato a noi attraverso le parole del Vangelo.
Gli dissi che non bastava vivere quanto accadeva, occorreva scegliere
di percorrere il cammino che ci si apriva davanti, gli chiesi se era pronto, mi
rispose di no, o meglio di non saperlo. La risposta mi andava bene. Non è
semplice tradurre il sogno e il desiderio in un camino. Non è facile rischiare
di prendere il mare senza sapere di preciso la direzione e la certezza della
meta. Eppure è proprio lungo la strada che porterà all’incontro, quello vero,
che si possono cogliere tanti frutti preziosi per la crescita, è una scuola che
aiuta a capire che si impara ad amare giorno dopo giorno. Spesso noi vogliamo
tutto e subito, questo è il nostro più grande errore, è ben altro il passo da
tenere, mio nonno direbbe quello del montanaro.
Questo, all’incirca, è stato quanto ho cercato di condividere con il
mio giovane amico che mi era venuto a trovare. Prima di lasciarci, vidi il suo
volto recuperare pian piano la serenità di chi desidera scegliere la bellezza,
un’ombra ancora però emerse dalle sue parole. La paura, dopo tutto quello che
ci eravamo detti, era che per amare serviva quindi tanto lavoro e lui diceva molto
“sforzo”. È vero, è proprio tutto questo impegno che fa sì di riuscire a costruire
l’amore.
Una sua ultima domanda concluse il nostro incontro: grazie, è proprio
bello amare così come me lo hai detto, ma chi può riuscire ad amare così? Di
fronte a questo interrogativo, noi credenti dobbiamo essere consapevoli che
solo Dio ama perfettamente. Noi che siamo a sua immagine, dobbiamo imparare
pian piano a costruirci, perché il percorso di crescita diventi come l’opera
dello scultore, capace di trarre fuori un’opera d’arte da un freddo blocco di
pietra. Così scopriamo che è amando gli altri che pian piano scopro chi sono
veramente.
O Padre, aiuta tutti i giovani nel percorrere il bello e impegnativo
percorso dell’amore, aiutali a essere sempre più se stessi, volgendo il proprio
sguardo verso di te e i tanti amici che costellano la loro vita, con il
desiderio di fare di essa un dono.
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