giovedì 3 novembre 2016

A una mamma

Ciao Alessandra,
sono contento del messaggio che mi hai inviato, non è scontato al giorno d’oggi incontrare un genitori che come te si dimostra disposto ad esporsi in prima persona per il bene dei figli, con la disponibilità d’animo di mettersi in gioco, di essere propositiva anche nel concreto, non limitandosi come altri a sottolineare solo le cose che non vanno. Mi sento di dirti che i tuoi figli sono fortunati, questo non vuol dire che non ti faranno “pagare” a loro modo la ricerca di autonomia che li accompagnerà fino all’età adulta.
Mi parli di una battaglia che insieme a tuo marito portate a vanti tutti i giorni con i vostri figli, capisco, credo sia proprio una immagine azzeccata, mantenendo la stessa metafora posso quindi dirti di considerarmi un vostro alleato e allo stesso modo anche la comunità cristiana della tua parrocchia insieme a tutti color che si occupano dei giovani. Credo non sia possibile prendersi cura delle giovani generazioni senza essere attenti anche alle realtà che loro vivono a casa, come il tutto sia legato e ci chieda di essere solidali con i genitori perché non è affatto un compito semplice anche se molto prezioso; sì non è solo il vostro ragazzo al centro della nostra attenzione, ma lui in quanto parte di una famiglia.
Dateci dentro nella battaglia facendo del vostro meglio, sapendo che anche adesso che stanno crescendo potete fare la differenza nella vita dei vostri figli; come mi dici ci sono tante priorità nella vita dei ragazzi, è proprio un momento di grandi movimenti e ricerche dove non sempre anche loro ancora sanno cosa sia il meglio, ma ci provano e questo a volte li porta anche in direzioni diverse da quelle sognate dai propri genitori, del resto stiamo parlando della loro vita e non della nostra. Non è scontato che come noi abbiano già maturato certe priorità e sarebbe scorretto pretenderlo, come invece è nostro compito stimolarli perché lo facciamo e così si chiedano cosa fare della propria vita. Pensandoci, credo che questo sia una cosa che possa trovarti occupata nei prossimi anni.
Mi dici che i tuoi ragazzi sembrano che trovino faticoso partecipare sia al catechismo che alla Messa perché non ne comprendono fino in fondo l'utilità, il valore o il messaggio, credo anche io che sia così; non sono cattivi o sbagliati, è che finalmente cominciano a sentirsi responsabili della propria vita, questo è molto faticoso, così come integrare nel loro vissuto di adolescenti il passato dell’infanzia al quale appartiene l’inizio del loro cammino di fede, così si chiedono onestamente se sia qualcosa che vale la pena tenere o lasciare come fanno con tante altre cose che potevano essere centrali nella loro vita da bambini. Insieme a questo c’è la grande importanza che emerge dai significati che traggono dalla vita di gruppo, che non sempre è quello sempre frequentato; forte è l’appartenenza a dimensioni informali della vita, non è detto che il gruppo parrocchiale “istituzionale” sia il luogo dove trovano quello che cercano, maturano così doppie o triple appartenenze, pescando da ciascuno quello di cui c’è bisogno alla ricerca di una “nuova famiglia”, capace di essere mediatrice di nuovi valori per sopravvivere in questo mondo.
Anche la Messa risente di questa dinamica, in più essa non è proprio pensata per i giovani di oggi anche perché in origine era rivolta alla comunità adulta e così è cresciuta con linguaggi e simboli non semplici da decifrare per i ragazzi, la Chiesa sta facendo il suo cammino, ma al momento più di tanto non si può fare almeno per quanto riguarda la celebrazione della domenica; approfitto di questo argomento per far emergere che ci sono anche altri campi nei quali come comunità cristiana dobbiamo migliorare, siamo impegnati in questo vivendo un servizio che risulta anche condizionato dai nostri limiti personali e dal nostro essere adulti non sempre capaci di cogliere immediatamente il vissuto dei più giovani. Quindi in sintesi, avete fatto bene a portarli a Messa e invitarli a partecipare alle proposte per la loro età, è il vostro compito, non necessariamente questo si incontra con quanto i vostri figli posso sentire ora importante per loro, così che la vostra battaglia genitoriale è sintomo di sanità dei vostri figli, infatti anche loro fanno bene a resistere di fronte a certe proposte se non ne percepiscono attrazione e utilità.
Come bene hai notato non è facile neanche per noi della parrocchia accompagnare gruppi di adolescenti, con i maschi che corrono tutti dietro a un pallone e le ragazze che invece sarebbero pronte a discute di cose ben più importanti, cerchiamo di avere una attenzione pedagogica a temi importanti a seconda delle fasce d’età, usando strumenti e attività diverse, il cammino è lungo e chiede tempo per poterlo valutare. In ogni caso occorre tenere presente che sono numerosi coloro che contribuisco a formare la rete educativa intorno ai nostri ragazzi: famiglia, scuola, sport, gruppi informali, parrocchia, mass-media, internet… ognuno ha un proprio ruolo e solo ogni singolo ragazzo alla fine potrà farne una sintesi decidendo per sé.
Non è sempre semplice capire le scelte che fanno i nostri ragazzi, dobbiamo confessare che a volte ci fermiamo un po’ troppo in superficie nell’interpretarli, ad esempio tuo figlio che non vuole più andare a Messa perché non gli interessa e poi all’improvviso risulta invece stimolato da esperienze di fede fatte durante l’estate. Mi piacerebbe proprio farci due chiacchiere, per capire bene il perché e cosa gli si muova dentro, è sempre utile di fronte anche a scelte estremizzate chiedersi cosa ci sta sotto, quale sia la domanda che brucia dentro la vita di un ragazzo, la mia esperienza mi porta a dire che nella maggior parte dei casi si trovano tante cose belle.
Alcune cose che mi hai scritto me le aspettavo, la prima fra tutte proprio quella che vi pone vicino a tante altri genitori, il dubbio di aver sbagliato qualcosa nell’educazione dei vostri figli. Sì forse non siete genitori perfetti, ma questo non è un problema, gli errori si fanno e i ragazzi sono molto bravi a perdonare. Non credo sia giusto che un genitore giudichi il proprio operato in base alle scelte dei figli, non sono infatti degli automi che se sbagliano è perché li abbiamo programmati male, inoltre come dicevo più sopra, non siamo solo noi a dire una parola autorevole per la loro vita, sono inseriti infatti in una rete ben più ampia. Inoltre occorre con un gioco di parole chiedersi se con le scelte che hanno fatto si sono dimostrati persone deludenti oppure hanno solo deluso le nostre aspettative che a volte vengono fatte in modo un po’ irrealistico e insieme a questo prestare attenzione a non sperimentare come propria un insuccesso subito dai nostri ragazzi.
Grazie per i suggerimenti anche concreti che ci hai dato, come voi anche noi siamo impegnati in una avventura in costruzione, certo programmiamo l’anno, le iniziative, gli incontri, ci poniamo obiettivi, poi non sempre l’ideale incontra il reale, a volte occorre raggiungere compromessi.

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