Sono tanti i ragazzi indecisi riguardo la propria vita, scelte
come la scuola, l’università o un lavoro da fare possono diventare tanto
impegnative da sfociare in una situazione di stallo dalla quale si può faticare
ad uscire.
Un giovane appena uscito dal liceo, non sa bene cosa fare,
studiare quello che gli piace lo porterebbe ad aggiungersi ai tanti precari dei
quali si parla per televisione, quello che vuole sua madre non gli piace, teme
di sbagliare come ha fatto per la scelta delle superiori che lo hanno
condannato a cinque anni di supplizio che è ben contento di essersi lasciato
alle spalle, vuole un lavoro che non lo porti lontano dalla famiglia che già
sogna per il proprio futuro e che però gli permetta una vita dignitosa. È molto
fortunato, ha dei genitori che “non lo lasciano in pace”, questo lo aiuta a non
rimanere troppo schiavo dei suoi pensieri e delle sue paure, ha già un progetto
“vocazionale” che sogna di realizzare e che gli dà un orizzonte di senso nella
ricerca che sta compiendo. Anche se favorito da tante circostanze, le ansie
rimangono così come anche le paure, il tempo corre così veloce che non se ne
rende neanche conto, dice che probabilmente cercherà qualcosa che realizzi un
compromesso tra quello che gli piacerebbe e quello che suggeriscono tanti
adulti intorno a lui.
Conosco poi altri ragazzi, usciti da qualche anno dal mondo
delle scuole superiori, collocati ancora in quel limbo che fa di loro né
studenti né lavoratori, hanno provato diversi corsi e indirizzi, ma sembra che
neanche quanto possa essere adatto per loro riesca ad andare bene; provano ma
non ci entrano dentro, assaggiano ma senza andare fino in fondo; se passiamo
alle loro relazioni amorose esse rispecchiano un po’ gli stessi aspetti; entri
in casa e li trovi stravaccati sul divano a non fare niente, anche se in realtà
la loro testa funziona ancora ma forse un po’ persa e occupata da una ricerca
dalla quale sembra che fatichino ad uscire.
Tanti giovani vivono le ansie e le paure tipiche della loro
età e delle scelte che stanno facendo, non è questo il problema, ma i tentativi
di soluzione che mettono in atto e come questi di fatto orientino in modo
diverso la vita rappresentano la questione in gioco.
In effetti c’è molta nebbia[1] nella
loro ricerca. Come non è mai capitato prima, ora considerati “grandi”, sono
chiamati a decidere della propria vita con un grosso problema: sanno quello che
hanno fatto fino ad ora e che sono chiamati a lasciare, non sanno che cosa li
aspetta e dove le loro scelte li porteranno. Fino ad ora tante decisioni le
avevano prese altri per loro, adesso proprio questi “altri” dicono loro di
prendere quelle nuove, può venire un po’ di nostalgia di quando erano altri a
decidere e per noi si trattava solo di aspettare. La soluzione non è per niente
scontata: prendere o mollare tutto?
Prima cosa importante come adulti, è rendersi conto che non
siamo di fronte a una semplice forma ostinata di pigrizia o di difficoltà nella
scelta di cosa fare, ci sono in ballo questioni che riguardano in modo molto
più ampio tante dinamiche tipiche della crescita; una vita che non è sempre
accogliente e che a volte riserva brusche bocciature in tanti versanti. In
particolare per i maschi c’è la necessità di sentirsi forti e potenti per poter
affrontare certe situazioni, questo si realizza attraverso la frequentazioni di
coetanei che rendono possibile il pensare insieme di farcela lì dove da soli
non si riuscirebbe mai. Occorre qualcuno con cui confrontarsi, che non sia uno
dei genitori, ma un altro riconosciuto come “adatto” per accogliere quanto
pensato e fantasticato sulle strategie migliori da mettere in atto. Se le
fatiche continuano e sembra da solo non potercela fare, occorre che i genitori
riscoprano un ruolo nuovo rispetto al passato, soprattutto il padre, quello di
indicare e mettere a disposizione tutti quegli aiuti, simbolici o reali, ai
quali da solo il figlio non arriva; poi rimanere a sbirciare pronti a fare il
tifo per qualsiasi pur piccolo successo che mostri l’inizio del realizzarsi di
un proprio progetto personale.
Credo sia possibile, anche se a volte attraverso molte
fatiche e attese, poter finalmente contemplare un ragazzo che matura il
desiderio di accettare la responsabilità della propria vita e un giorno
all’improvviso partire per il viaggio che pur non sapendo dove lo porterà di
preciso, lo attiverà nel ricercare e studiare tutto quello che gli potrà essere
utile per dare un contenuto a quanto ora è solo nebbioso.
Tutto questo mi fa venire anche in mente una delle parabole
di Gesù quella dei lavoratori presi a giornata (cfr. Mt 20,1-16). Il padrone di
casa che è Dio, fa una chiamata al lavoro affinché nella vigna ci sia chi si
prenda cura di tutto il buono che è stato preparto sulla terra per ciascuna
persona, perché ognuno si occupi di usare bene i doni seminati in noi per il
bene proprio e di chi ci sta intorno; il tutto alla luce della ricompensa per
tutto l’impegno messo. Non tutti arrivano subito, qualcuno non si fa trovare,
altri sono momentaneamente altrove, c’è sicuramente anche chi si è
“dimenticato” a letto o ha fatto un pit-stop al bar. Non importa perché il
padrone di casa non ci molla, esce più e più volte e cerca e chiama, non si
arrende nel vedere gente disoccupata con tutto il bisogno che c’è di impegnarsi
nella vigna, nella vita. Anche a loro dice di stare tranquilli, c’è un progetto
di giustizia che darà il premio al proprio impegno. Questo padrone esce, trova
anche qualcuno che nessuno aveva chiamato, operai della propria vita
abbandonati a loro stessi, senza nessuno che li richiami all’opera laboriosa di
dare un senso al proprio impegno e alla propria esistenza. Anche per loro lo
stesso invito “andate anche voi nella
vigna”, anche per loro lo stesso premio, non solo ma esso arriva prima per
loro che per gli altri. Loro ultimi ad essere saltati su, che più degli altri
hanno faticato non dentro ma fuori per trovare il proprio posto nella vigna
della vita, per loro la ricompensa è
prima degli altri, loro ultimi sono ora i primi.
Che bell’annuncio, che speranza, che incoraggiamento, per
tutti gli affaticati, distratti, perditempo, dubbiosi e poltroni di questo
tempo: anche per voi c’è posto nella vigna, venite, la ricompensa non tarderà a
venire. È il mio sogno per i tanti giovani che ho incontrato in questi anni; la
mia epserienza mi porta a dire che Dio esiste, perché ho visto compiersi questa
Parola nella vita di alcuni e prego perché possa essere l’esito per tanti.
E tu caro adulto che con me condividi la vocazione
educativa, uniamoci come aiuti di questo padrone di casa perché uscendo possa
arrivare da più parti, perché il suo invito sia ripetuto più volte, siano
sempre di più i ragazzi che accettino di iniziare responsabilmente il lavoro
nella vigna che non è solo quella di Dio, ma anche la propria.
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