lunedì 16 maggio 2016

Il masso è già rotolato via

Mi capita spesso di partecipare a incontri tra genitori o educatori, prima o poi si arriva a parlare dei giovani e a volte anche di casi particolari. Solitamente esce un po’ di tutto, tante cose belle e giuste, c’è però spesso bisogno di intervenire per riportare la discussione in un ambito sensato.
A volte come educatori ci facciamo dei problemi che non esistono, ma ponendoceli di fatto ce li creiamo, ne avremmo invece già abbastanza dei nostri. Questo rischia di portarci fuori strada e di farci perdere tempo, così da occuparci di quanto non urge e attuando interventi che adesso non servono.
Quante volte mi sono ritrovato a partecipare a confronti che si mettevano a calcolare i più vari scenari e il come poterli affrontare, condivido la necessità di programmare e di riflettere sopra le situazioni, ma non a tal punto che finiamo per perdere tempo.
In tutto questo si può essere mossi anche dalle più nobili intenzioni, mi ricordo infatti delle donne del Vangelo (cfr. Mc 16,1-8) all’alba del giorno della risurrezione, tutte ansiose e desiderose di prendersi cura di Gesù nel sepolcro, attanagliate dal grave problema che le separa dal corpo del maestro: il masso davanti alla tomba. Camminano velocemente e si chiedono chi potrà aiutarle, come faranno a risolvere la questione, tutte preoccupate e pensierose si avvicinano e notano che quel macigno per il quale avevano speso tante parole, preoccupazioni e ragionamenti, proprio quello scoglio è già tolto.
Non so a voi, ma a me capita di ascoltare persone che ti parlano di un ragazzo che si trova in una situazione difficile, poi tu gli parli e scopri che invece è un giovane mediamente incasinato come sono tanti alla sua età, che le cose delle quali tutti erano preoccupati sono riconducibili a questioni spiegabili con motivi semplici da comprendere, che quella cosa che tutti temevano potesse bloccare la sua crescita in realtà è una questione che si risolve “da sola”, nel senso che appartiene al normale processo di crescita.
Poi mi chiedo, ma quelle donne se davvero erano preoccupate per il masso del sepolcro, ma perché non hanno chiesto aiuto? Perché non andarci ad un’ora più normale nella quale avrebbero potuto trovare in giro qualcuno che le soccorresse? Cercate di capirmi, troppe volte gli interventi sui ragazzi vengono fatti in assetto da emergenze, sembra sempre che quando capita qualcosa tutti “cadono giù dal pero”. Facciamoci aiutare, non perdiamo tempo a farci riflessioni troppo complicate che ci portano lontano, giochiamo di rete con gli altri adulti che accompagnano l’esistenza dei nostri ragazzi.
Mi perdonino poi queste sante donne del Vangelo, sono ingiusto con loro visto come sono ricche di amore e premura per Gesù. Ma mi viene da sorridere, loro vanno là per prendersi cura del maestro, per trovarlo, loro sanno cosa fare, hanno tutto pronto, gli strumenti e i materiali sono i migliori sul mercato; ma Gesù non c’è.
Arrivano per sentirsi dire che occorre che vadano in Galilea. Un bel tiro mancino ha giocato il Signore, per fortuna non sono molto permalose, altrimenti se la sarebbero presa con quel maestro che poteva avvisare prima così avrebbero evitato la fatica del cammino e i soldi per le misture che avevano dietro; pensandoci bene però forse Gesù qualcosa aveva già detto!
Mi fanno sorridere tanti adulti molto ben preparati e dotati dei mezzi migliori sul mercato, che preparano bene tutto e poi i ragazzi non vengono; o meglio, non è che non arrivano è che sono semplicemente da un’altra parte. Cosa fare? Occorre andare là dove sono, anche noi avremmo dovuto essere là con loro, ci hanno semplicemente preceduto, non abbiamo interpretato bene i segnali o le parole che casomai ci avevano già consegnato. Solo che spesso non ci stiamo, vorremo essere noi a decidere dove e come, ma non funziona così e gli adolescenti non mancano di farcelo presente a loro modo.
Occorre andare in Galilea, che poi non è altro che “casa”, il luogo degli incontri quotidiani, delle abitudini, delle relazioni, della noia, nel lavoro, dello studio, dello sport, del gioco libero e del non far niente. Ecco dove occorre andare. Là li troveremo.
Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno (Mc 16,6), sì è proprio Gesù che cerchiamo nel servizio dei nostri ragazzi, andiamo senza paura certi di trovarlo.

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