Avere a che fare con un adolescente non è facile per
nessuno, soprattutto per un genitore che ci abita insieme e che inevitabilmente
vive ancora del legame con il bambino di una volta e la fatica a stare dietro
al ragazzo di oggi. Le impostazioni famigliari sono veramente molto diverse,
tante quanto sono le persone.
Capita spesso di incontrare genitori che si sentono in
colpa, chiedendosi cosa hanno fatto di sbagliato, in seguito a certe scelte dei
propri figli. Vedo due macro rischi in questo: non si considera che il figlio
di oggi non è opera solo del loro contributo, ma anche dell'apporto della
cultura nella quale sono cresciuti e delle scelte che diventando grandi hanno
fatto proprie; secondo, si rischia di rimanere prigionieri del passato
rimpiangendolo, invece di essere autori del presente, facendosi carico della
situazione attuale e rinnovando il proprio impegno educativo.
Si incontrano anche genitori che, di fronte a certe
situazioni di conflitto con i propri figli, lasciano perdere mollandoci, a
volte dicendosi che ormai è grande e deciderà lui, altre volte chiudendo gli
occhi non volendo vedere quanto di fatto accade, per non dire quando ci si
limita a dare la colpa ad altre agenzie educative dietro le quali di fatto ci
si nasconde. Volenti o no, sono tutti modi che portano a fuggire dal proprio
ruolo, invece che viverlo responsabilmente sapendone portare anche il peso.
Dicevo che tante sono le impostazioni famigliari, ma sono
ben lontano dal voler fare una graduatoria fra genitori migliori o meno, qua
voglio semplicemente dire a tutti loro, indipendentemente dalle posizioni
assunte fino ad ora: se non voi, chi penserà per voi ai vostri ragazzi? Il
vostro è un compito unico e prezioso, per la società e anche per la crescita
del mondo verso il bene e il sommo bene che è Dio. Desidero incoraggiarvi in
questo con alcune parole prese da un documento del concilio Vaticano II che
proprio di voi parla.
I genitori, poiché han trasmesso la vita ai figli, hanno l'obbligo gravissimo di educare
la prole: vanno pertanto considerati come i primi e i principali educatori di
essa. Questa loro funzione educativa è tanto importante che, se manca, può difficilmente essere supplita. Tocca infatti ai genitori creare in
seno alla famiglia quell'atmosfera vivificata dall'amore e dalla pietà verso Dio e verso gli uomini, che favorisce l'educazione completa dei
figli in senso personale e sociale. La famiglia è dunque la prima scuola di virtù sociali, di cui appunto han bisogno tutte le società. Soprattutto nella famiglia cristiana,
arricchita della grazia e delle esigenze del matrimonio sacramento, i figli fin
dalla più tenera età devono imparare a percepire il senso di Dio e a venerarlo, e ad amare
il prossimo, conformemente alla fede che han ricevuto nel battesimo; lì anche fanno la prima esperienza di una sana società umana e della Chiesa; sempre attraverso la famiglia, infine, vengono
pian piano introdotti nella comunità degli uomini e nel popolo di Dio. Perciò i genitori si rendano esattamente conto della grande importanza che la
famiglia autenticamente cristiana ha per la vita e lo sviluppo dello stesso
popolo di Dio. (Gravissimum Educationis 3)
Innanzitutto viene messo in evidenza il dono grande affidato
all'uomo e alla donna, quello di trasmettere la vita; la cosa meriterebbe
spazio e tempo per stupirsi adeguatamente di fronte a un tale miracolo del
quale le persone sono state rese portatrici. A questo dono grande, corrisponde
una altrettanto grande responsabilità, un obbligo definito gravissimo,
traducendolo con parole più attuali, un appello estremamente importante per
mettere al centro del proprio impegno, non solo familiare, l'educazione dei
figli. Compito delle varie agenzie che si occupano della crescita dei ragazzi,
è aiutare a riscoprire questo primato, far sì che alla famiglia venga
restituito il suo posto che di diritto occupa nella società; mentre ci si
occupa delle giovani generazioni, non lo si può fare dimenticandosi e
abbandonando i genitori ai loro problemi, il rischio è arrivare al punto di non
sapere veramente più cosa e come fare.
Primo compito dei genitori, in ottica educativa,
sottolineato dal documento sopra presentato, è la cura delle relazioni al
proprio interno perché attraverso di esse i figli vengono abilitati ad avere
amore per Dio e per le altre persone che incontreranno. Se la famiglia è
definita come scuola di virtù, lo è non tanto per come può istruire, ma per
quanto sa sperimentare di importante nella rete di relazioni che vengono
intessute. Se questa risulta una chiamata scritta nell'intimo di ogni famiglia,
ancora di più lo è per quanti hanno scelto di consacrare la propria relazione
attraverso il sacramento del matrimonio; con il proprio essere Chiesa
domestica, ne sono portatori per i propri figli e tramiti verso la realtà più
ampia della comunità cristiana.
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