venerdì 20 marzo 2015

Uomo nuovo in Cristo: di che novità si tratta?

Sintesi primo incontro di don Alessandro Manenti durante il corso vicariale di formazione per educatori, 13 gennaio 2015, Guastalla (RE)

Quando parliamo di cammini formativi troviamo due protagonisti principali: leducatore e leducando; il rapporto, che pur può crescere in affetto e amicizia, ha in sé una dimensione di asimmetria, infatti il primo interprete dovrebbe avere qualcosa da dire in più e da consegnare; questo di più per noi educatori alla fede è il Vangelo.
In questa opera educativa non ci troviamo di fronte ad un contenitore vuoto, ogni ragazzo possiede  dei contenuti di vita, degli insiemi di interessi, non è scontato che tutto questo entri in automatico a contatto con i contenuti di fede rischiando così in atteggiamento simile a quello che Gesù nei vangeli attribuisce a certi capi del popolo, essi parlano bene e insegnano la legge di Dio, ma la loro vita ne è molto distante; occorre quindi far sì che il contenuto della fede entri come elemento di salvezza del contenuto di vita delladolescente. In poche parole si tratta di trovare un contatto tra fede e vita.
L'educazione non si fa con innanzitutto con i contenuti, prima occorre cercare di accendere un desiderio dentro la persona perché solo così nasce linteresse per essi e la volontà di averli; non parliamo di un dinamismo generico, ma di una questione che riguarda lesistenza, una faccenda di vita o di morte; si tratta di mettere in movimento, far venire lacquolina in bocca, il voler star meglio e parlare in modo speranzoso del futuro.
Il desiderio in quanto tale diventa strumento di riferimento, è qualcosa che non inventiamo noi ma ce lo troviamo dentro come qualità che ogni persona possiede ancora prima del desiderare singole cose; eppure non è automatico che presentando i nostri contenuti ai ragazzi nasca in loro una attrazione verso essi, il rischio quindi è che se anche annunciati non vengano presi in considerazione; in più un ulteriore ostacolo che viene proprio dalla nostra natura, è che noi da soli così come siamo riusciamo a desiderare a livello solo umano, anche perché in modo naturale non si riesce a desiderare qualcosa che vi vada oltre.
Il vivere di tutti i giorni di un mondo che ormai fa senza Dio, insegna a modelli che fanno a meno di lui, è pertanto necessario molto di più nella nostra cultura rispetto ad altre maggiormente aperte dal divino, riattivare una facoltà desiderativa perché il messaggio cristiano possa essere percepito come necessario per la vita, come qualcosa che centra con la vita. Leggendo la Parola di Dio, spicca in tanti passaggi la sua novità, in particolare certe cose dette da Gesù a noi non sarebbero mai venute in mente se dovevamo partire dai nostri ragionamenti e da come vediamo il mondo. La famosa legge del taglione rappresenta un punto importante del cammino fatto dalluomo per mitigare la violenza e lescalation della vendetta, eppure di fronte ad essa arriva Gesù  con una logica nuova ampiamente indicata nel capitolo quinto del Vangelo di Matteo, ne riportiamo per esemplificazione alcune versetti. Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l'altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti (Mt 5, 38-40.43-45).
Il cambiamento è evidente, così come lo è il cammino di educazione necessario per far propria questa dimensione. Il desiderare la giustizia è una cosa che appartiene allintera umanità, però arriva a un certo punto Gesù che rovescia un po le cose; succede così che di fronte ad alcune sue Parole vado in crisi, va in stallo il modo di pensare fino ad ora portato avanti e può venere anche voglia di lascare tutto come del resto è capitato anche a Gesù. Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: "Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?". Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: "Volete andarvene anche voi?". Gli rispose Simon Pietro: "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio" (Gv 6, 60.66-69).
Fino ad ora è stato affermato limportanza del desiderio presente in ognuno che ci dice che i giovani di oggi vanno considerati tuttaltro come deboli ed egoisti, ma non possiamo fermarci lì, c’è un orizzonte più alto verso il quale da solo non può maturare. I nostri ragazzi capita che si fermino troppo presto accontentandosi di desideri piccoli così che la domanda di senso in essi contenuta si restringe fino quasi a non riuscire più ad emergere, ma dentro persiste. Altre volte c’è la paura di essere fregati nellesporsi troppo, quindi abbasso la mira e punto su a strumenti che mi possano fare da scudo e investo molto sul virtuale, con il rischio poi di prendere delle fregatura.
Occorre creare degli spazi perché quelle domande si possano dire, il dialogo, in particolare fatto negli incontri che settimanalmente tante parrocchie mettono in campo per gli adolescenti, rappresentano un utile strumento per riuscire a farlo, per trovare il coraggio di andarci fino in fondo. Gli incontri con i ragazzi non hanno il primo scopo di dare delle risposte, ma molto di più quello di tenere vive le domande, non si devono cercare risposte ma accendere delle domande, delle ricerche, degli spiragli; e se servono risposte esse devono lasciare insoddisfatti, affamati. Se si torna a casa contenti e sfamati è perché abbiamo risposto alle ricerche piccole, a quelle superficiali, e questo rischia di soffocare il rimanere delle ricerca vera.

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