
Nelle mesi passati, le notizie di cronaca, hanno riportato alla luce un fenomeni spesso taciuto ma diffuso nella vita dei nostri adolescenti e che in alcuni casi eclatanti porta non solo a rischiare la vita, ma a perderla. Sdraiarsi in mezzo a una strada, attraversarla in bici a occhi chiusi, scattare selfie estremi, provare nuove esperienze diffuse da social.
Di fronte a tutto questo come adulti facciamo fatica a trovare la voglia di capire, ci colpiscono troppo, quindi tendiamo a farcene giudizi affrettati, a contrassegnarli come comportamenti infantili e provocatori solo di alcuni “disagiati”.
Un certo orientamento al rischio è proprio dell’adolescenza in qualsiasi epoca, fa parte della fase evolutiva vissuta. Con il passare del tempo vi si sono però legate diversi tipi di significato, merita pertanto, mettendo da parte i pregiudizi, di chiedersi oggi che cosa ci narrano della vita dei nostri ragazzi.
Gli adolescenti non sono stupidi, si sentono però fragili, in un momento in cui il passaggio dall’essere bambini (ultra tutelati) a dover ora entrare in contatto con una grande verità della propria vita: siamo mortali. Nonostante sia un dato di fatto, non è detto che la cosa stia loro bene, certamente non la paura che da questa cosa emerge. Si cerca di allontanarla, controllarla, sfidarla, e per poterlo fare occorre mettere se stessi alla prova dei fatti.