venerdì 16 novembre 2018

AAA Adulti cercasi

C’era una volta l’adolescente che voleva fuggire dalla famiglia, “uccidere” il padre e lottare contro lo strapotere rappresentato dagli adulti. C’era una volta, ma ora non c’è più. I ragazzi di oggi, pur mantenendo il desiderio di una necessaria emancipazione dalla famiglia di origine, hanno però cambiato il proprio sguardo nei confronti degli adulti e della loro presenza lungo il cammino di crescita.
Oggi i ragazzi sono attenti cercatori di figure capaci di riferimento sulle quali poter fare affidamento, non si accontentano certamente del primo che passa per la strada, cercano competenza, passione e impegno per potersi fidare.
Adulti competenti che possono entrare autorevolmente in gioco in tante situazione critiche attraversate dagli adolescenti, per dare il proprio contributo al cammino di relazioni tanto centrale per la vita di oggi, nel quale non sempre i nostri ragazzi sanno ben regolarsi, che presenta eccessi di ricerca di riconoscimenti e di potere sugli altri, dove la visibilità è importante per ottenere popolarità, dove il conflitto può fare del male. 
Non solo c’è spazio per gli adulti, ma ce n’è bisogno. Certo non tutti sono visti dai ragazzi come “autorizzati” a ficcare il naso in queste cose. Come dicevo ci troviamo in un periodo dove la maggiore importanza data alle relazioni amicali guida verso un progressivo svincolarsi dai legami e dalle norme dei genitori, eppure quando trovano un adulto competente (insegnate, prete, allenatore, parente) se lo tengono stretto. Diventa un punto di riferimento per tante questioni: aver informazioni, condividere dubbi, usarlo come punto di riferimento nella crescita e come rassicurazione che è possibile farcela in una crescita dalla quale sembra tanto difficile uscire fuori indenni.
Se guardiamo indietro nel tempo, tutto questo rappresenta una grande responsabilità e un grande dono offerto alla comunità adulta per farsi accompagnatori dei ragazzi. Oggi i ragazzi non hanno più paura degli adulti, questo permette l’aprirsi a relazioni significative o all’opposto di profonda insignificanza.
Relazioni basate sulla forza coercitiva di un’autorità data dall’alto o sulla paura delle punizioni, non fanno più presa sulle nuove generazioni (una spavalderia che a nostri occhi a volte dà da fare), così come faticano a sentirsi in colpa dopo aver commesso qualcosa di sbagliato (è una cosa che viene da lontano che non possiamo trattare qui).
La prospettiva per noi adulti, se vogliamo diventare significativi nella vita dei ragazzi, è ben delineata: essere competenti, incorruttibili, spendere tempo cuore e mente per i ragazzi, farle sentire ricercati e voluti, vivere l’essere adulti come vocazione educativa. Un primo traguardo è raggiunto, anche se a parole è facile descrivere questa nuova impostazione, si tratta ora di metterla in pratica, nella fantasia e nelle relazioni concrete che ciascuno di noi vive.
Non credo di esagerare dicendo che adulti del genere sono capaci di affascinare i ragazzi, attraverso la passione per quello che fanno, non solo che ne abbiano la conoscenza, ma perché credono veramente in quello che dicono, disposti a condividere il sogno che è possibile realizzare quello in cui si crede e che questo può cambiare il mondo. Forse figure un po’ fuori dal comune, che il mondo a volte definisce “fuori si sé”. 
I ragazzi si avvicinano perché percepiscono come questo tipo di umanità sia capace di accoglierli senza giudicarli, guidarli senza obbligarli, proporre senza voler raggiungere secondi fini, capaci di non dare sempre ragione ma correggere nella ricerca della verità.

Nessun commento:

Posta un commento