
Il giorno della pittura, arrivano un po’ tutti assonnati, ma sufficientemente puntuali, propongo loro di pitturare di più rispetto a quanto era stato danneggiato e non si tirano indietro, speravo di usare solo pennelli ma sono in tanti e servono anche i rulli. Entusiasti, generosi, un po’ sprovveduti, molto confusionari. La prudenza nel non sporcare e la precisione non sono proprio loro virtù, a quindici anni del resto ne hanno di altre. Il lavoro arriva a termine, anche il tempo che c’eravamo prefissati, i ragazzi vanno via, rimane da fare qualche ritocco per via del nastro messo male e tanto proprio tanto ancora da pulire.
Guardo e mi dico che è così la vita dei nostri adolescenti: bella ma con qualche riga storta da raddrizzare; è compito di noi adulti aiutarli in quanto non si accorgono di andare di traverso nella loro vita così di corsa e non sempre molto attenta. Così invece di lamentarmi mi metto lì e con un po’ di pittura raddrizzo alcune sbavature, non tutte, alcune va bene che rimangano. Così nella vita occorre che come adulti ci mettiamo lì con pazienza, tempo, sudore, sacrificio, e per il bene dei nostri ragazzi cerchiamo di poter rimediare dove loro non riescono senza per questo richiedere né a loro né a noi la perfezione assoluta. Forse occorre che impariamo anche noi dal Signore, così come diceva Jacques Bossuet: Dio scrive dritto anche sulle righe storte degli uomini. Noi dobbiamo imparare a farlo su quelle dei nostri ragazzi.
Ma non è facile, ci vuole tanta voglia e fatica. Vi ricordate che c’era rimasto tanto da pulire? Un giorno per sistemare il tutto ho fatto un appello generale, questa volta agli adulti, eppure alla fine mi sono ritrovato da solo, cosa volete ho fatto quel che potevo così come capita troppe volte quanto non si trova chi voglia seguire e guidare i tanti gruppi di adolescenti che abbiamo in parrocchia. Per lo sporco rimasto pagheremo qualcuno che venga a occuparsene, ahimè è questa la parabola di un mondo adulto che abdica alle proprie responsabilità, delegando (fino a pagarli) altri che se ne prendano cura.
Io invece ora ritorno a pensare ai miei ragazzi, come scrivere parole di bene nelle loro vite un po’ storte e lavorare per raddrizzarle, anche se non troppo.
Nessun commento:
Posta un commento