Siamo sempre a caccia di soluzioni per risolvere l’annoso
problema degli adolescenti che smettono di frequentare gli spazi ecclesiali, mi
sembra quasi di tornare quando ero ragazzo e collezionavo le figurine da
mettere dentro il mio album e chi ne aveva di più poteva vantarsene. Con i
ragazzi non è così, anche se a volte sembra ascoltando alcuni discorsi tra gli
educatori: ma tu quanti ne hai, chi ti manca, cosa sei disposto a fare per
averlo, ce li scambiamo o li uniamo?
Sì perchè le aspettative sono tante, del resto è molto
l’impegno che come parrocchia ci mettiamo: catechismo, grest, feste, campeggi,
ecc. Ci si aspetta quindi che continuino anche da ragazzi, anche perché
continuiamo ad offrire loro tutto il necessario perché questo avvenga, così
cominceranno a restituire qualcosa di quanto hanno ricevuto, ci potranno dare
il cambio, ecc.
È così che capita che vadano avanti i nostri incontri quando
ci troviamo a progettare l’anno che inizia, eppure a me sembra che qualcosa non
vada, mi sembrano discorsi che comprendo nel loro senso, ma che rischiano di
rimanere chiusi all’interno di piccole logiche che pensano solo a sé.
Mi trovavo intorno a un tavolo con i catechisti della
cresima pensando al cammino che ci doveva preparare al sacramento e quello che
per il dopo, uno intervenne dicendo che le cose dopo avrebbero dovuto cambiare,
tutto doveva diventare più bello e coinvolgente, io sono rimasto un po’
contrariato perché pensavo: ma perché non lo facciamo così fin da subito?
Altrimenti pensando ai nostri ragazzi dobbiamo un po’ scendere dalle nuvole e
chiederci in modo vero cosa ci sia che non va in un adolescente che sceglie
pensando fra sé: non mi trovo bene, mi obbligano a venire, sto a sedere tutto
il tempo, ora che ho fatto la Cresima perché devo continuare a venirci?
Così succede che il cammino che porta oltre i sacramenti,
innanzitutto ci aiuta a capire quali siano le reali intensioni dei genitori,
cosa vogliano e sognano per i propri figli, visto che cala anche l’interesse
loro nei confronti dei cammini proposti e la vicinanza ai figli in un momento
difficile per loro ma che necessita di essere accompagnato. C’è poi chi dice di
spostare avanti la Cresima così i ragazzi hanno l’occasione di venire
(obbligati) per più tempo, quasi come se la questione fosse solo questa. Forse
sarebbe invece il caso di anticiparla alla fine delle elementari, così da
permettersi poi un’attenzione ad una preadolescenza che preme e che chiede
tante attenzioni che i nostri percorsi classici faticano a dare, di ragazzi non
più bambini che sono ancora disposti a mettere la loro vita nelle nostro mani,
sempre se hanno sperimentato un bel catechismo alle elementari.
Possiamo onestamente domandari: un giovane dove per forza
frequentare i cammini parrocchiali? Ci sono altri modi con i quali ci viene
chiesto di prenderci cura di lui? Se non viene è realmente un fallimento per
noi o per loro? A chi viene cosa diamo?
Occorre prepararsi, sapendo però che un po’ sono allergici
alle cose troppo rigidamente stabilite, come del resto già fanno altre realtà
da loro vissute come la scuola e il mondo dello sport, sapendo che tutte le
iniziative che facciamo sono per i ragazzi e non i ragazzi fatti per riempire
quanto ci viene voglia di fare.
I nostri percorsi non possono essere improvvisati così che
se abbiamo un giovane e non sappiamo cosa fargli fare, lo parcheggiamo al
circolo come barista, gli diamo in mano una scopa per pulire perché servire fa
bene, lo mettiamo davanti a un una TV con una console con tantissimi giochi,
gli offriamo semplicemente spazi ad accesso libero dove poter trovare un
angoletto appartato per fare quello che si vuole.
Poi capita che d’estate improvvisamente aumentano per poi
scomparire subito dopo, ci chiediamo perché non vengano durante tutto l’anno,
invece di pensare a come offrire loro percorsi adatti e attraenti. Non che li
dobbiamo per forza portare da noi a tutti i costi, come se fuori ci sia solo
male e distruzione, del resto la famosa “Chiesa in uscita” prima o poi dovrà
ben aprirsi e andare invece di aspettare e basta.
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