lunedì 18 gennaio 2016

Corpo Mente Cuore – prima parte

Cominciamo oggi una serie di alcuni articoli che ci aiuteranno ad entrare nel mondo complesso ed entusiasmante della "bellezza" così come sperimentata dai nostri ragazzi, quindi anche dal rapporto con il proprio corpo che non è affatto formato da solo materia, ma che si porta dietro diversi significati e valori.
Viene il giorno che ti guardi allo specchio e sei diverso da come ti aspettavi. Sì, perché lo specchio è la forma più crudele di verità. Non appari come sei veramente. Vorresti che la tua immagine corrispondesse a chi sei dentro e gli altri, vedendoti, potessero riconoscere subito se sei uno sincero, generoso, simpatico... invece ci vogliono sempre le parole o i fatti. È necessario dimostrare chi sei. Sarebbe bello doversi limitare a mostrarlo. Sarebbe tutto più semplice.  "Bianca come il latte, rossa come il sangue” (Alessandro D'Avenia)
Ci apprestiamo ad affrontare uno tra i temi belli, ma anche delicati, che toccato il mondo dei nostri adolescenti, esso rimane per tanti di noi adulti un terreno irto ma nel quale occorre incamminarsi con fiducia in ogni ragazzo. Il primo passo da compiere è riconoscere che non sappiamo cosa passi nel corpo, nella mente e nel cuore dei giovani di oggi; vi supplico di compiere questo gesto di umiltà educativa. Troppe volte incontro genitori o educatori che, ricchi di buon cuore, si illudono di sapere cosa percorre la vita di un adolescente solo perché lo si fu a propria volta, questo porta purtroppo a mettere in atto scelte, progetti, tattiche pensate e progettate bene, ma create su aspettative lontane dalla realtà propria delle giovani generazione, che ben altro hanno di cui preoccuparsi rispetto all’idea che un adulto sì fa di loro. In ogni caso, se anche dovessimo farcela, indovinando l'argomento giusto e riuscendo così a coinvolgere i giovani nei nostri percorsi, non è detto che saremmo pronti ad accogliere i risultati, che forse risulteranno disattesi in quanto non allineati con quanto immaginato.
Durante l'inizio dell'adolescenza, unitamente alla trasformazione del corpo, avviene anche una rielaborazione della propria identità; il tutto avviene in modo molto rapido senza chiedere permesso a nessuno, capita spesso di rimanere così indietro da non riconoscersi più, può arrivare una sorta di estraneità a cui non si riesce bene a dare dei contenuti.
Cosa devo farci con questo corpo nel quale non mi riconosco più? Questa potrebbe essere la traduzione di una delle tante domande che girano nel cuore dei ragazzi. Se il tutto non fosse già complicato a sufficienza, interviene anche la differenza che viene tra l’essere maschio o femmina, i primi tengono il tutto molto più per se, le seconde lo mostrano più facilmente o più sfacciatamente.
Succede così che si può essere obbligati a dover ricominciare da capo nel prendere consapevolezza del proprio corpo cercando di capire come usarlo; tutto questo si allarga e si unisce ad altri strumenti che intervengono a potenziarne l'uso, nel metterlo alla prova o nel mostrarlo. Succede così che tante cose che capitano e che agli occhi di noi adulti rimangono poco chiare, proprio qua devono essere ricondotte; penso all'uso del trucco, alle varie manipolazioni del corpo, allo scooter, ai diversi allenamenti del corpo, al vestiario nel suo bizzarro trasformarsi e a tutto quello che gira intorno al proprio presentarsi in pubblico.
Come parla il corpo? Attraverso i commenti degli altri! Positivi o negativi che siano il corpo parla. Ecco perché diventa così importante la cura che vi si dedica, oppure l'opposto comportamento di trascuratezza. Ma i ragazzi non sono da soli in questa avventura che assume sapore di crisi, sono in compagnia spesso dei propri genitori che vedono perso il bambino di prima trasformato nell'adolescente di oggi del quale perdono il controllo, angosciati per i possibili pericoli ai quali sono esposti nel mondo senza di loro; a volte invece nasce invidia per un corpo e una vita che vorremmo fosse la nostra.
Cosa fare? Occorre equilibrio. Un eccessivo controllo dell'espressione della vita del ragazzo rischia di impedire una corretta maturazione, all'opposto un’esagerata richiesta di performance che prevede di essere sempre all'altezza in tutto non aiuta a fare i conti con il limite presente in ogni vita. Tra un estremo e l'altro c'è la reale possibilità di vivere e accettare un corpo che offre potenzialità e che nel contempo non è perfetto; questo è possibile solo se mi rendo conto che anche così il mio corpo mi parla dicendomi che non posso bastare a me stesso, che nei mie doni e nelle fragilità c'è un appello alla ricerca di un altro, che il mio corpo è capace di dare e di ricevere, che il desiderio di essere veramente e autenticamente me stesso si compie nell'essere per gli altri.
A parole si fa presto, questo è il punto di arrivo, prima ci sta tutto quello che come educatori viviamo e vediamo nei nostri ragazzi, corpi considerati estranei, messi alla prova, nascosti o troppo mostrati. In questo tempo intenso di lavoro da parte di ogni adolescente occorre che ci aiutiamo a non avere troppa paura di quello che sta accadendo, lo dico soprattutto per i genitori che per primi saranno impegnati ad affrontare tutte le novità anche esagerate che si apprestano ad emergere. A loro dico: interrogatevi sul perché e sui motivi di quel che accade, non abbiate paura a parlarne con i vostri figli, abbiate il coraggio di rivedere le regole della vita famigliare, non temete se dopo un confronto saranno più le domande rimaste che le risposte ottenute, siate genitori per i vostri figli perché non ne hanno altri che vi possano sostituire.

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