Uno dei cambiamenti che maggiormente caratterizza le nuove
generazioni e mette alla prova le nostri “abitudini” in campo educativo è la
convinzione che il proprio sé sia molto più importante dell’altro; essi
aspirano al successo, ovvero al riconoscimento del loro intrinseco valore,
della loro unicità e individualità. Questo porta al nascere e crescere di un
fenomeno che chiameremo “narcisismo” e che ci porta a chiamare l’adolescente di
oggi, Narciso.
La prospettiva presentata nel
testo risulta un cambiamento non da poco, soprattutto in un’ottica cristiana
dove l’altro è riconosciuto come fratello, dove il servizio e l’amore
(caritas/agape) danno lo stile al processo di maturazione della vita di fede.
Non può sfuggirci il richiamo di Gesù ad amare Dio (che è altro da me) con
tutto se stessi, aggiungendo inoltre di amare il prossimo come se fosse un
altro me stesso. Tutto questo viene messo molto in crisi e trova faticosa
accoglienza nella vita dei nostri ragazzi, si tratta di una vera e propria
conversione quella che siamo chiamati a proporre loro, una vita nuova che il
mondo non può dare e che può venire solo da un cammino di amicizia con Dio
nella fede, cioè fidandosi.
C’è il desiderio di amare, ma
è un desiderio che rimane piccolo e concentrato su di sé, che spinge a
preservarsi. Occorre convertire ed educare questo desiderio facendo
sperimentare la bellezza del donarsi ad un altro, cominciando da esperienze che
possono andare dall’animazione, a piccoli servizi, tutte esperienze guidate e
nelle quali si chiede ai ragazzi di fidarsi, infatti esse non appaiono
immediatamente appetibili, solo successivamente si avrà un riscontro in merito.
Nel frattempo sono sopraggiunte:
•
la crisi dell’autorità del
padre,
•
l’inserimento massiccio delle donne madri nel mondo del lavoro,
•
la famiglia è diventata mononucleare,
•
il matrimonio e la nascita del figlio
sono stati differiti,
•
il numero delle nascite è drasticamente diminuito, i figli sono quasi sempre unici e quindi
preziosi come tutto ciò che
è
raro,
• le figlie femmine hanno conquistato le pari opportunità
• infine è successo veramente di tutto in pochi anni, dalla crisi del sacro alla
globalizzazione, dall’avvento della società «liquida» alla crisi della
politica.
In questo contesto in travolgente trasformazione,
all’insaputa di tutti, ha preso piede la cultura del narcisismo: conviene
cercare di capirne le strategie e i progetti, poiché il futuro della nostra
società è nelle mani di Narciso.
Ha senso ritornare al modello
della colpa/castigo o ha più senso trovare un’altra strada? Nel panorama
educativo, anche a livello di ricerca si trova un po’ di tutto, io sono convito
che questo modello non abbia perso del tutto la sua funzione, ma sia opportuno
integrarlo con una dimensione maggiormente relazionale. Ci troviamo pertanto
davanti a due modelli: possiamo aiutare il ragazzo ad essere cosciente alle
proprie azioni colpendo il comportamento condannandolo, a questo di solito è
legata una minaccia operata dalla vita o di una forza esterna, il rischio è di
cadere nel ricatto affettivo facendo sentire l'altro in colpa; oppure non ci si
ferma al comportamento oggettivo ma si chiede il senso del comportamento, il
perché, viene offerta la possibilità di una nuova relazione per percorrere
insieme una strada migliore, non strade alternative, ma la stessa strada
percorsa in maniera diversa, con una migliore coscienza di sé stessi.
Ci viene chiesto una
abbondante dose di empatia e l’attenzione a correggere le etichette che
mettiamo ai nostri ragazzi e che condizionano i nostri interventi. Un
intervento che non si ferma al comportamento oggettivo ma se ne chiede il
senso, si può costruire coscienza se si riesce a leggere il motivo, il perché
(es.: visto che cerchi qualcosa sei tu o qualcosa di te che ti porta a fare
questa cosa? Secondo te il tuo comportamento dà quello che tu cerchi oppure
no?). Da qua viene offerta la possibilità di una nuova relazione per percorrere
insieme una strada migliore, non strade alternative, ma la stessa strada
percorsa in maniera diversa, con una migliore coscienza di sé stessi.
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