lunedì 20 luglio 2015

Poche scuse e vai

Ho incontrato un ragazzo il quale, qualunque cosa gli venisse chiesta, prontamente ripsondeva con una risposta che può essere riassunto così: “con calma”. I giovani sono molto entusiasti e saltano su con altrettanta buona volontà se sai coinvolgerli, sfiderebbero rischi e incognite. Eppure a tutti noi sarà capitato di scoprire che stranamente, in alcuni momenti di fronte ad alcune proposte, viene loro stranamente la “voglia di studiare”. Con questa espressione, riassumo in un unico ironico termine, le tante volte che capita di rivolgersi ad adolescenti per chiedere loro aiuto o per proporre esperienze formative, e poi sentirsi rispondere avanzando scuse varie chiaramente orientate ad evitare l’impegno. La cosa ai giorni nostri sembra aver contagiato anche il mondo adulto, ma non entro nel merito limitandomi a trattare dell’orizzonte giovanile.

Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: "Ti seguirò dovunque tu vada". E Gesù gli rispose: "Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo". A un altro disse: "Seguimi". E costui rispose: "Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre". Gli replicò: "Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va' e annuncia il regno di Dio". Un altro disse: "Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia". Ma Gesù gli rispose: "Nessuno che mette mano all'aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio" (Lc 9,57-62).
Seguire Gesù è una cosa bella e affascinante, i discepoli sono pronti a tutto, ma pensano che non ci sia poi così fretta, ci si può quindi tranquillamente occupare prima delle proprie cose, solo finite le quali si è pronti a tutto, sempre che esse finiscano. Tanti ragazzi erroneamente classificati come indifferenti, a volte anche all’interno del contesto ecclesiale, non sono tali. Capita che colgano la centralità di quello che viene loro chiesto, l’appello di vita che viene dalla vita e dalla fede, ma sono giovani e pensano ci sia tempo e non capiscono tutta la fretta che viene messa loro.
Ai motivi brevemente sintetizzati nel Vangelo si affiancano quelli presenti anche oggi. Ragazzi pieni di coraggio ed entusiasmo; generosi nel dare la loro disponibilità, ma che chiedono un po’ di tempo per pensarci; con il cuore che li attrae verso esperienze splendide, ma che con la bocca chiedono tempo per vedere se sono fatte per loro; convinti dai motivi loro presentati e pronti a partire, ma che chiedono due o tre giorni tranquillizzandoti che poi torneranno.
Arrivati a questo punto a noi adulti salta solitamente “il fusibile”, la cosa è comprensibile visto che nonostante il cammino fatto ci si rende conto che anche per gli adolescenti è difficile liberarsi dai vecchi schemi di pensiero, o da quelli nuovi proposti ogni giorno da un mondo non sempre affrontato in modo critico; così facendo non è possibile essere protagonisti della propria vita e di quella degli altri.
Noi, come del resto Gesù, non dobbiamo mollare né scoraggiarci, lui non tace l’esigenza che sta dietro al tutto, dice chiaramente cosa ci aspetta in questa avventura con lui. Non c’è un posto preferito, l’orizzonte è il mondo, per questo Gesù “non ha una pietra per posare il capo”, si è al servizio della fame e della sete di vita presente in ogni persona. Un’opera compiuta senza possedere niente. Accettare il rischio che è proprio di tutti coloro che si mettono a servire la vita. Questa missione viene prima della carne e del sangue, prima dei parenti, perché c’è chi ha bisogno di noi e non possiamo dirgli di aspettare. Tu ragazzo coraggioso e pieno di entusiasmo, non puoi farli aspettare. Ecco il nostro annuncio ai giovani.
D’inviti ne riceviamo tanti. Tutto intorno a noi grida: vita, senso, speranza. Gesù ci chiama, le risposte possono essere molte e diverse. Solo una è figlia dell’inganno più grosso nel quale possiamo cadere, quella del silenzio, del prenderla sottogamba, del giustificarci con tante buone scuse.
È vero hanno fatto così anche i discepoli di Gesù, ma questa rimane una magra consolazione, tu puoi fare meglio. Fatti avanti, fidati di Gesù, ha un’impresa da realizzare molto più grande e bella di quelle che lasci.

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