Ho incontrato un ragazzo il quale, qualunque cosa gli
venisse chiesta, prontamente ripsondeva con una risposta che può essere
riassunto così: “con calma”. I giovani sono molto entusiasti e saltano su con
altrettanta buona volontà se sai coinvolgerli, sfiderebbero rischi e incognite.
Eppure a tutti noi sarà capitato di scoprire che stranamente, in alcuni momenti
di fronte ad alcune proposte, viene loro stranamente la “voglia di studiare”.
Con questa espressione, riassumo in un unico ironico termine, le tante volte
che capita di rivolgersi ad adolescenti per chiedere loro aiuto o per proporre
esperienze formative, e poi sentirsi rispondere avanzando scuse varie chiaramente
orientate ad evitare l’impegno. La cosa ai giorni nostri sembra aver contagiato
anche il mondo adulto, ma non entro nel merito limitandomi a trattare
dell’orizzonte giovanile.
Mentre camminavano per
la strada, un tale gli disse: "Ti seguirò dovunque tu vada". E Gesù
gli rispose: "Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro
nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo". A un altro
disse: "Seguimi". E costui rispose: "Signore, permettimi di
andare prima a seppellire mio padre". Gli replicò: "Lascia che i
morti seppelliscano i loro morti; tu invece va' e annuncia il regno di
Dio". Un altro disse: "Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io
mi congedi da quelli di casa mia". Ma Gesù gli rispose: "Nessuno che
mette mano all'aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio"
(Lc 9,57-62).
Seguire Gesù è una cosa bella e affascinante, i discepoli
sono pronti a tutto, ma pensano che non ci sia poi così fretta, ci si può
quindi tranquillamente occupare prima delle proprie cose, solo finite le quali
si è pronti a tutto, sempre che esse finiscano. Tanti ragazzi erroneamente
classificati come indifferenti, a volte anche all’interno del contesto
ecclesiale, non sono tali. Capita che colgano la centralità di quello che viene
loro chiesto, l’appello di vita che viene dalla vita e dalla fede, ma sono
giovani e pensano ci sia tempo e non capiscono tutta la fretta che viene messa
loro.
Ai motivi brevemente sintetizzati nel Vangelo si affiancano
quelli presenti anche oggi. Ragazzi pieni di coraggio ed entusiasmo; generosi
nel dare la loro disponibilità, ma che chiedono un po’ di tempo per pensarci; con
il cuore che li attrae verso esperienze splendide, ma che con la bocca chiedono
tempo per vedere se sono fatte per loro; convinti dai motivi loro presentati e
pronti a partire, ma che chiedono due o tre giorni tranquillizzandoti che poi
torneranno.
Arrivati a questo punto a noi adulti salta solitamente “il
fusibile”, la cosa è comprensibile visto che nonostante il cammino fatto ci si
rende conto che anche per gli adolescenti è difficile liberarsi dai vecchi
schemi di pensiero, o da quelli nuovi proposti ogni giorno da un mondo non
sempre affrontato in modo critico; così facendo non è possibile essere
protagonisti della propria vita e di quella degli altri.
Noi, come del resto Gesù, non dobbiamo mollare né
scoraggiarci, lui non tace l’esigenza che sta dietro al tutto, dice chiaramente
cosa ci aspetta in questa avventura con lui. Non c’è un posto preferito,
l’orizzonte è il mondo, per questo Gesù “non
ha una pietra per posare il capo”, si è al servizio della fame e della sete
di vita presente in ogni persona. Un’opera compiuta senza possedere niente.
Accettare il rischio che è proprio di tutti coloro che si mettono a servire la
vita. Questa missione viene prima della carne e del sangue, prima dei parenti,
perché c’è chi ha bisogno di noi e non possiamo dirgli di aspettare. Tu ragazzo
coraggioso e pieno di entusiasmo, non puoi farli aspettare. Ecco il nostro annuncio
ai giovani.
D’inviti ne riceviamo tanti. Tutto intorno a noi grida:
vita, senso, speranza. Gesù ci chiama, le risposte possono essere molte e
diverse. Solo una è figlia dell’inganno più grosso nel quale possiamo cadere,
quella del silenzio, del prenderla sottogamba, del giustificarci con tante
buone scuse.
È vero hanno fatto così anche i discepoli di Gesù, ma questa
rimane una magra consolazione, tu puoi fare meglio. Fatti avanti, fidati di
Gesù, ha un’impresa da realizzare molto più grande e bella di quelle che lasci.
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