Carissimo Luca, oggi sono proprio contento per te. Ti ho
incontrato seduto sul divano in oratorio, occhi stanchi, sbadigliavi, qualcuno
si sarà chiesto cosa tu avessi fatto la notte prima, non sapendo che ben altra era
la sfida che avevi combattuto e vinto. Non ti curare di loro, anche Gesù è
stato scambiato per un mangione e un beone, frainteso nel suo impegno, ma le
sue opere e parole sono ancora splendenti oggi.
Era qualche tempo che ci si vedeva poco, chiedendo ai tuoi
amici mi dicevano ridacchiando che eri a casa a studiare, accompagnando il
tutto con un movimento della mano che i maschi lettori possono immaginare, ma
tu a loro hai detto la verità anche se non sempre ti hanno preso sul serio. Non
ti curare di loro, anche Gesù non è stato sempre preso sul serio e a volte
lasciato solo dai propri amici proprio nel momento in cui aveva più bisogno, ma
lui è rimasto fedele e ha continuato a voler loro bene.
Lì seduto sul divano, penultimo giorno di scuola, ti ho
chiesto come andava, mi hai detto: promosso! Sono stato contentissimo per te,
per questa vittoria scolastica che porta altri significati oltre quello
immediato.
Ti ho espresso il desiderio di vedere la tua pagella, non
perché ne dubitassi, ma perché rappresenta un trofeo di cui vantarsi. Mi hai
risposto che forse non era il caso visto che conteneva tutti e solo dei sei, ma
a me non importava, un otto non avrebbe aggiunto niente al rispetto che già
provavo per te, non avrebbe cambiato le sorti del tuo essere diventato più
grande e più maturo. Gesù, seduto di
fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne
gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno
un soldo.
Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi
dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri.
Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua
miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere
(Mc 12, 41-44). Il tuo impegno è come quello della vedova, il mondo ci
abitua ai numeri e ci fermiamo solo al loro valore: un sei rimane sempre un
sei. Non così per Dio, non così per me, alcuni dei tuoi sei valgono più degli
otto di tanti altri.
Mentre parlavamo, uno che passava di lì ridacchiando si mise
a prendere in giro la tua scuola, non ascoltarlo, lui di materie ne ha sotto
due, e se anche la sua scuola fosse veramente migliore come dice, non toglie
niente alla sua parziale sconfitta che gli brucerà per tutta l’estate, fatta di
corsi di recupero ed esami finali. È invidioso, forse perché hai una cosa che a
lui manca, la promozione e la vittoria di fronte a un mondo che di certo non
tifava per te. Non gli portare rancore, parla così perché è stato abituato a
pensarla così, ma si sbaglia, tu ormai lo hai capito che il tutto si gioca su
un ben altro piano.
Ora goditi questa estate, non rinfacciare ma sottolinea a
tua madre (se vuoi anche ogni giorno) la fiducia che hai dimostrato di meritare
da lei. Ricorda ai tuoi amici che ti aspettavi da loro che capissero e
appoggiassero il tuo impegno, gioendo per il tuo successo. Perdona e ama chi
non riuscirà a stupirsi di fronte alla bellezza di quanto avvenuto.
Mentre spero che tu sappia dire a tuto il mondo che la
fiducia nei giovani può essere anche ben riposta, mi aspetto che la prossima
volta che ti vedrò sbadigliante in oratorio, spero di sentirmi raccontare di
una notte passata in amicizia, divertendoti serenamente: te lo sei meritato.
A presto.
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