venerdì 24 ottobre 2014

Valgo o non valgo: questo è il problema!

Mi ricordo ancora di un pomeriggio nel quale un giovane ragazzo entrò nel mio ufficio visibilmente turbato, con quegli occhi che troppo mostrano la fatica di trattenere una sofferenza che i maschi, sbagliando, faticano spesso a liberare in quel segno semplice che la natura ci mette a disposizione che sono le lacrime. Entrò, si sedette e mi disse: non valgo niente. Cercando di scavare dietro a quello che era realmente un grande dolore venne alla luce il rapporto con un padre non molto propenso ai complimenti e riconoscimenti, molto più invece nel sottolineare i fallimenti con frasi del tipo: non sai giocare a calcio, guarda ai tuoi compagni loro sì che sono bravi, non ne combini mai una giusta, fai schifo, sai fare solo dei danni… Che grosso dolore il pensare di non valere, di non aver valore; con questo convincimento non resta altra soluzione che buttarsi via o svendersi al primo che sappia abbindolarti.
A questo ragazzo che conoscevo anche via di altre traverse, mi son sentito subito di cuore di dirgli non tanto che non era vero quello che provava, neanche ho cercato di scusare il padre, gli ho semplicemente detto che gli volevo bene e che se anche è capitato in passato che abbia fatto degli errori e non sia perfetto, per me non è stato mai motivo di delusione.
Ma non basta questo, c’è ancora qualcosa di più che lo rende ricco e pieno di valore. Mi vengono in mente le parole di Gesù: Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri! (Lc 12,6-7). Sì è vero, spesso ce ne dimentichiamo, noi valiamo, anzi valiamo di più; per me queste parole sono fonte di forte sentimento e di commozione: io valgo, sono prezioso; Dio mi solleva, mi mette in alto, è orgoglioso di me, mi considera. Credo che questo sia proprio un bel messaggio (un vangelo) per i nostri giovani che troppo spesso faticano nell’essere valorizzati o si convincono a volte di non esserlo nonostante ci si provi.
Una buona notizia che ti può cambiare la vita e che almeno a questo giovane entrato nel mio ufficio aveva cambiato la giornata. Le lacrime erano finalmente uscite, avevano lasciato posto a parole più serene, mi auguro che possa incontrare altri che riescano ad essere per lui specchio del valore che realmente porta con sé, libero da giudizi, consapevole dei propri difetti e disponibile a mettersi in gioco.

Nessun commento:

Posta un commento