lunedì 15 gennaio 2018

Eleazaro – Dare l’esempio

In questi giorni a un gruppo di adolescenti della parrocchia è venuto il bel desiderio di fare una festa per l’ultimo dell’anno, aprendola anche ad altri, facendola chiaramente secondo come volevano loro. Ovviamente chi gestisce le strutture dell’oratorio voleva delle garanzie sulla conduzione del tutto, non perché fossero cattivi ragazzi, è che anche i bravi vanno affiancati e aiutati nel loro realizzare in modo bello i giusti desideri che hanno.
Questi ragazzi hanno avuto la fortuna di avere due loro educatori che si sono resi disponibili molto di più che a fare da “guardiani”, ma nell’incoraggiarli e sostenerli in questo loro progetto, accettando anche alcune immaturità (non pericolose) tipiche della loro età, lasciandoli fare, rimanendo un po’ defilati ma pronti a intervenire. A volte i nostri ragazzi hanno bisogno di vivere sulla loro pelle il detto “sbagliando s’impara”, soprattutto se possono farlo non essendo allo sbaraglio, ma con l’amicizia di chi adulto possa intervenire in caso di bisogno.
La festa è andata molto bene, non perché tutto sia andato bene, ma va bene così. Hanno esagerato nel prendere pizza e bevande, ma ciò servirà loro per la prossima volta, o forse per quella dopo ancora. Hanno imparato a dover fare i conti con il bilancio finale che doveva quadrare, anche perché come organizzatori avevano giustamente messo in programma di non dovervi contribuire. La musica è stata bella perché era quella che andava di moda e a volume da adolescente, ma stando attenti alla strumentazione non loro. Il tutto ha previsto non solo il vivere la festa, ma spendere tempo per prepararla prima e sistemare poi.
Il tutto è sicuramente stato possibile perché i nostri ragazzi hanno delle grandi potenzialità, ma anche perché con loro c’erano adulti disposti finalmente a stare nel posto che compete loro in questa fase delicata della vita di un adolescente.
Per questo ora voglio parlare più di noi grandi che dei ragazzi. Nel libro dei Maccabei (cfr. 2Mac 6,18-31) troviamo il racconto di un tipo interessante, un certo Eleazaro. Un uomo molto in gamba, ne aveva viste tante durante la propria vita, la gente lo guardava con rispetto e come esempio. Un giorno lo volevano costringere a mangiare carne di maiale, cosa vietata dalla Legge, i più giovani che gli volevano bene lo incoraggiavano a farlo piuttosto che a rischiare la vita, cosa volete che sia un pezzetto di carne. Eleazaro non volle. Altri amici pensarono poi a un sotterfugio, ossia che facesse finta di mangiare la carne vietata, ma poi sottobanco la scambiasse con quella preparata da lui. Anche stavolta Eleazaro non volle. C’era in gioco la sua vita, chi lo amava non capiva perché corresse questo rischio quando lo si poteva facilmente evitare.
Eleazaro si mosse così perché non pensava solo a sé, ma valutava anche l’esempio che avrebbe dato agli altri, in particolare pensava ai più giovani che sarebbero potuti essere mal educati da questi sotterfugi. L’età adulta porta con sé la responsabilità della coerenza e della testimonianza, anche quando queste chiedono fatica e sacrificio, il bene delle giovani generazioni esige coerenza di vita negli adulti che devono essere capaci di trasmette corretti messaggi non solo a parole, ma molto di più con le scelte di vita.
Come adulti occorre che siamo degni della nostra età, stando al nostro posto con le responsabilità che comporta, senza ripercorrere scelte tipiche dei tempi che non ci appartengono più. Siamo responsabili di lasciare ai giovani un decoroso esempio perché crescano aiutati in questo.
Quanto dico sembra così tanto scontato, eppure non sempre si trova chi sia disposto a dare la vita, non solo dandoli alla luce, ai ragazzi che stanno crescendo. Chi lo fa a volte è denunciato come pazzo e non compreso in questo impegno, perché è proprio dell’amore e della fede arrivare a tal punto. Così mentre tutti lo definiscono stolto, lascia in realtà un esempio di vita non solo ai giovani, ma ai tanti adulti che la vita e la fede chiama in causa per questo servizio.
Sono tutte attenzioni che ci mettono nella condizione di riuscire a coltivare e animare il desiderio di futuro presente nei nostri ragazzi, dando spiragli che mostrino come sia possibile vivere da persone realizzate, che crescere non significa mettere nel cassetto i sogni e i desideri della giovinezza. Il tutto sapendo dare fiducia concedendo la necessaria autonomia per cominciare a vivere la propria vita in modo responsabile, il tutto senza lasciarli soli perché accanto a loro c’è ancora bisogno di adulti significativi.

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