In questi giorni a un gruppo di adolescenti della parrocchia
è venuto il bel desiderio di fare una festa per l’ultimo dell’anno, aprendola
anche ad altri, facendola chiaramente secondo come volevano loro. Ovviamente
chi gestisce le strutture dell’oratorio voleva delle garanzie sulla conduzione
del tutto, non perché fossero cattivi ragazzi, è che anche i bravi vanno
affiancati e aiutati nel loro realizzare in modo bello i giusti desideri che
hanno.
Questi ragazzi hanno avuto la fortuna di avere due loro
educatori che si sono resi disponibili molto di più che a fare da “guardiani”,
ma nell’incoraggiarli e sostenerli in questo loro progetto, accettando anche
alcune immaturità (non pericolose) tipiche della loro età, lasciandoli fare,
rimanendo un po’ defilati ma pronti a intervenire. A volte i nostri ragazzi
hanno bisogno di vivere sulla loro pelle il detto “sbagliando s’impara”,
soprattutto se possono farlo non essendo allo sbaraglio, ma con l’amicizia di
chi adulto possa intervenire in caso di bisogno.La festa è andata molto bene, non perché tutto sia andato bene, ma va bene così. Hanno esagerato nel prendere pizza e bevande, ma ciò servirà loro per la prossima volta, o forse per quella dopo ancora. Hanno imparato a dover fare i conti con il bilancio finale che doveva quadrare, anche perché come organizzatori avevano giustamente messo in programma di non dovervi contribuire. La musica è stata bella perché era quella che andava di moda e a volume da adolescente, ma stando attenti alla strumentazione non loro. Il tutto ha previsto non solo il vivere la festa, ma spendere tempo per prepararla prima e sistemare poi.
Il tutto è sicuramente stato possibile perché i nostri ragazzi hanno delle grandi potenzialità, ma anche perché con loro c’erano adulti disposti finalmente a stare nel posto che compete loro in questa fase delicata della vita di un adolescente.
Per questo ora voglio parlare più di noi grandi che dei
ragazzi. Nel libro dei Maccabei (cfr. 2Mac 6,18-31) troviamo il racconto di un
tipo interessante, un certo Eleazaro. Un uomo molto in gamba, ne aveva viste
tante durante la propria vita, la gente lo guardava con rispetto e come
esempio. Un giorno lo volevano costringere a mangiare carne di maiale, cosa
vietata dalla Legge, i più giovani che gli volevano bene lo incoraggiavano a
farlo piuttosto che a rischiare la vita, cosa volete che sia un pezzetto di
carne. Eleazaro non volle. Altri amici pensarono poi a un sotterfugio, ossia
che facesse finta di mangiare la carne vietata, ma poi sottobanco la scambiasse
con quella preparata da lui. Anche stavolta Eleazaro non volle. C’era in gioco
la sua vita, chi lo amava non capiva perché corresse questo rischio quando lo
si poteva facilmente evitare.
Eleazaro si mosse così perché non pensava solo a sé, ma
valutava anche l’esempio che avrebbe dato agli altri, in particolare pensava ai
più giovani che sarebbero potuti essere mal educati da questi sotterfugi. L’età
adulta porta con sé la responsabilità della coerenza e della testimonianza,
anche quando queste chiedono fatica e sacrificio, il bene delle giovani
generazioni esige coerenza di vita negli adulti che devono essere capaci di
trasmette corretti messaggi non solo a parole, ma molto di più con le scelte di
vita.
Come adulti occorre che siamo degni della nostra età, stando
al nostro posto con le responsabilità che comporta, senza ripercorrere scelte
tipiche dei tempi che non ci appartengono più. Siamo responsabili di lasciare
ai giovani un decoroso esempio perché crescano aiutati in questo.
Quanto dico sembra così tanto scontato, eppure non sempre si
trova chi sia disposto a dare la vita, non solo dandoli alla luce, ai ragazzi
che stanno crescendo. Chi lo fa a volte è denunciato come pazzo e non compreso
in questo impegno, perché è proprio dell’amore e della fede arrivare a tal
punto. Così mentre tutti lo definiscono stolto, lascia in realtà un esempio di
vita non solo ai giovani, ma ai tanti adulti che la vita e la fede chiama in
causa per questo servizio.
Sono tutte attenzioni che ci mettono nella condizione
di riuscire a coltivare e animare il desiderio di futuro presente nei nostri
ragazzi, dando spiragli che mostrino come sia possibile vivere da persone
realizzate, che crescere non significa mettere nel cassetto i sogni e i
desideri della giovinezza. Il tutto sapendo dare fiducia concedendo la
necessaria autonomia per cominciare a vivere la propria vita in modo
responsabile, il tutto senza lasciarli soli perché accanto a loro c’è ancora
bisogno di adulti significativi.
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