Un giorno una ragazza
sedicenne entrò nel mio studio e in modo molto diretto mi chiese: conosco due
ragazzi, voglio che mi dica con quale dei due devo fare l’amore. Il tutto non
si esaurì in queste poche parole e diede ulteriori chiarimenti riguardo questa
sua richiesta, disse che conoscendosi sapeva che non sarebbe mai arrivata
vergine al matrimonio, allora voleva decidere con chi sarebbe accaduto senza
lasciare che il tutto andasse sull’onda del momento e dell’emozione. La scelta
era fra due, uno era il suo ragazzo che la attraeva molto fisicamente ma con il
quale le cose ultimamente sembravano cambiate, l’altro era un suo amico con il
quale si sentiva in sintonia per via dell’ascolto profondo che le regalava
quando si incontravano e della simpatia che ne era nata. Quindi?
Ero contento che fosse venuta, è un desiderio bello fare
l’amore
Dio non è contro il fare l’amore così come mi sembrava
avesse capito un giovane che mi chiedeva se marito e moglie dopo aver fatto
sesso dovevano confessarsi
Una ricerca bella che chiamava in causa tutto il suo essere
donna, quindi le chiesi cosa altro c’era di bello che la muoveva, che la
spingeva, che cercava?
Ma proprio perché era qualcosa di bello, andava messo in
contatto con tutto il resto e andava educato (in questa fase umanamente)
Occorre essere onesti con sé stessi: tu vuoi fare l’amore o
fare sesso, certamente fare l’amore per me presuppone un cammino ben più ampio,
lei comprese; mi chiarì che lei intendeva invece fare sesso.
Ci tenni a chiarire che la sua richiesta non avrebbe trovato
in me risposta, non ero lì per dirle cosa fare; avrei solo risposto alla
domanda “piccola” che si portava dentro, sarebbe andata a casa forse
rassicurata, ma non era quello che mi interessava.
Incuriosito le chiesi anche cosa lei intendesse meglio per
sé, che cosa si sentisse di fare, la sua risposta fu un po’ nebbiosa; mi
interessavano il perché prima che non la scelta stessa, le chiesi le
motivazione, ciò che la muoveva, ma mi accorsi che il tutto non era maturo.
Occorre aspettare, ma non innanzitutto perché la Chiesa
suggerisce un rapporto casto fino al matrimonio, ma perché la cosa non era
chiara: al centro non c’era più il cosa devo fare (con chi dei due fare sesso),
ma perché lo voglio fare… a questo non ottenni risposta.
Mi venne da suggerirle di non abbandonare la battaglia senza
neanche prima averci provato: so che non ce la posso fare quindi non ci provo
neanche. In san Paolo troviamo un invito a vedere le cose in modo diverso, non
in questa rassegnazione a cui ci abitua il nostro vivere «Ed egli mi ha detto: "Ti basta la mia grazia; la mia potenza
infatti si manifesta pienamente nella debolezza". Mi vanterò quindi ben
volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo.
Perciò mi compiaccio nelle mie infermità
... quando sono debole, è allora che sono forte » (2 Cor 12, 9-10); c’è un modo diverso di
vivere il rapporto con i propri limiti: io credo che tu ce la puoi fare. Io
sono che non ce la posso fare, ho ragione al 100%, ma ci provo.
Fidati provaci. Dopo mi dirai come sei stata.
Ti fa piacere cominciare una esperienza di amore con una
persona partendo dall’essere già sconfitta?
Preferisci scegliere tu di fare sesso o che sia il sesso che
sceglie te, preferisci tu usare la tua sessualità o lasciarti usare dalla
sessualità? – Schiavo o libero? Libero! Ma libero come? Di fare quello che
voglio!
13Voi
infatti, fratelli, siete stati chiamati a libertà. Che questa libertà non
divenga però un pretesto per la carne; mediante l'amore siate invece a servizio
gli uni degli altri. 14Tutta la Legge infatti trova la sua pienezza
in un solo precetto: Amerai il tuo
prossimo come te stesso . (Gal 5, 13-14); attenzione che questa tua
libertà non diventi un pretesto per fare semplicemente come ti pare, non
pensando all’altro, non pensando a quello che vuoi veramente.
Il mio suggerimento primo fu quello di provarci a impostare
un rapporto senza la preoccupazione che si portava dentro. Ma se non mi
preoccupo chi ci pensa, come vanno aventi le cose?
27Guarda(te)
come crescono i gigli: non faticano e non filano. Eppure io vi dico: neanche
Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. 28Se
dunque Dio veste così bene l'erba nel campo, che oggi c'è e domani si getta nel
forno, quanto più farà per voi, gente di poca fede. 29E voi, non
state a domandarvi che cosa mangerete e berrete, e non state in ansia: 30di
tutte queste cose vanno in cerca i pagani di questo mondo; ma il Padre vostro
sa che ne avete bisogno. 31Cercate piuttosto il suo regno, e queste
cose vi saranno date in aggiunta. (Lc 12 27-37).
C’è un modo pagano di pensare, di stare in ansia, che è
quello del mondo, ma c’è un modo diverso di vivere e gestire le propri paure;
non siamo soli.
E se non ce la faccio?
Tu provaci, ne parleremo quando non ce la farai.
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