sabato 20 settembre 2014

La perfetta letizia dell’educatore

Frate Leone con grande ammirazione il domandò e disse: – Padre, io ti prego dalla parte di Dio che tu mi dica ove è perfetta letizia –. E santo Francesco gli rispuose: – Quando noi giugneremo a Santa Maria degli Angeli, così bagnati per la piova e agghiacciati per lo freddo e infangati di loto e afflitti di fame, e picchieremo la porta del luogo, e ’l portinaio verrà adirato e dirà: “Chi siete voi?”, e noi diremo: “Noi siamo due de’ vostri frati”, e colui dirà: “Voi non dite vero, anzi siete due ribaldi, che andate ingannando il mondo e rubando le limosine de’ poveri; andate via”, e non ci aprirà, e faràcci stare di fuori alla neve e all’acqua, col freddo e colla fame, infino alla notte, allora, se noi tante ingiurie e tanta crudeltà e tanti commiati sosterremo parzientemente sanza turbazioni e sanza mormorazione, e, penseremo umilemente e caritativamente che quel portinaio veracemente ci cognosca, e che Iddio il faccia parlare contra noi: o frate Leone, scrivi che ivi è perfetta letizia.
E se noi perseverremo picchiando, ed egli uscirà fuori turbato e come gaglioffi importuni ci caccerà con villanie e con gotate, dicendo: “Partitevi quinci, ladroncelli vilissimi, andate allo spedale, ché qui non mangerete voi, né albergherete”; se noi questo sosterremo pazientemente e con allegrezza e con buono amore: o frate Leone, scrivi che qui è perfetta letizia.
E se noi, pur costretti dalla fame e dal freddo e dalla notte, più picchieremo e chiameremo e pregheremo per l’amor di Dio con gran pianto che ci apra e méttaci pur dentro, e quelli più scandalezzato dirà: “Costoro sono gaglioffi importuni: io gli pagherò bene come sono degni”, e uscirà fuori con uno bastone nocchieruto, e piglieràcci per lo cappuccio e gitteràcci in terra e involgeràcci nella neve e batteràcci a nodo a nodo con quello bastone; se noi tutte queste cose sosterremo pazientemente e con allegrezza, pensando le pene di Cristo benedetto, le quali noi dobbiamo sostenere per lo suo amore: o frate Leone, scrivi che in questo è perfetta letizia. (Fioretti di San Francesco)


Se un giorno dopo aver litigato con tua moglie o tuo marito o con i tuoi genitori, dopo una mattina in cui il tuo capo o la professoressa ti ha preso di mira in malo modo, dopo aver bucato la ruota o perso il treno, finalmente arriverai all’incontro con i ragazzi e ti accorgerai che gli altri tuoi educatori ti hanno lasciato oggi da solo e che metà dei ragazzi ti hanno dato buca e gli altri fanno solo del casino e stanno muti solo quando è ora di condividere e rispondere alle domande che inutilmente tu continui a fare, e nonostante il tuo impegno tutto sembra andare per il verso opposto, mentre ti cresce dentro un sentimento di tristezza e di rammarico, se tu saprai mantenere un atteggiamento corretto consapevole della bellezza della vocazione di educatore grato al Signore per il dono dei ragazzi e riconoscente per il bene che da loro trai ogni volta, se saprai tenere il sorriso come biglietto da visita per coloro che incontrerai, se saprai essere pronto a ricominciare nuovamente mettendoti in gioco e discussione, se sarai paziente e non andrai alla caccia di qualcuno a cui dare la colpa, se ti fermerai a pensare e pregare per coloro che non c’erano sentendo Gesù vicino a te lui che ha condiviso la sofferenze del non essere sempre ricambiato: o educatore, scrivi che in questo è perfetta letizia. (don Paolo)

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