venerdì 19 luglio 2019

Adolescenti d’oggi

Questo articolo può essere letto con un intervento non esaustivo, ma a spot, per delineare alcuni cambiamenti avvenuti negli ultimi anni e che hanno caratterizzato un vero cambiamento d’epoca riguardo all’identità delle nuove generazioni. Sono spunti, ciascuno dei quali chiedere di essere allargato e portato a dei cambiamenti nel modo in cui noi adulti ci approcciamo loro.

1.    Non esistono più i giovani di una volta: esatto sono cresciuti, ce ne sono nuovi.
2.    Sono meglio o peggio di quelli di una volta: sono diversi, certamente nuovi contenuti e bisogni.
3.    I trascorsi adolescenziali del passato non sono più applicabili alle nuove generazioni. 
4.    Edipo è stato soppiantato dal giovane Narciso: a differenza del suo predecessore, che per affermare la propria identità doveva necessariamente ribellarsi all’autorità costituita Narciso non ha motivi importanti per opporsi o contrastare l’ecosistema culturale ed educativo in cui cresce
5.    Per lui gli adulti non sono degli avversari (non si sono mai comportati come tali), ma dei potenziali alleati; se vogliono collaborare alla realizzazione del suo speciale progetto di sé, meglio, ma se non vogliono, pazienza, ci sono altre risorse (principalmente i coetanei). 
6.    Il giovane Narciso ha bisogno invece di vedere riflessa la propria immagine nello specchio sociale, ossia necessita che venga riconosciuta e rispecchiata la sua intima essenza: non gli importa, per esempio, di risultati scolastici scarsi, ma si mortifica qualora venga misconosciuto il valore della sua persona.
7.    I nuovi adolescenti trionfano ovunque: la televisione è al completo servizio di Narciso, la pubblicità lo corteggia e lo rappresenta come modello, il cinema canta i suoi amori con una tenerezza commerciale inusitata, l’editoria vive delle vendite dei libri costruiti per lui. 
8.    Tutto il mercato si rivolge a Narciso, favorendo un processo di adolescenzializzazione dei consumi, nella consapevolezza che i ragazzi, orientando la politica degli acquisti di tutta la famiglia, muovono masse enormi di denaro. 
9.    Tuttavia la debolezza di Narciso consiste proprio nella sua dipendenza dal riconoscimento da parte del mondo in cui vive, e qualora non venga adeguatamente apprezzato, la mortificazione e l’umiliazione che ne derivano gli risultano intollerabili. 
10.Se è messo alla gogna Narciso può diventare molto violento e cattivo, perché non è in grado di identificarsi con chi soffre del dolore che infligge nel tentativo di restaurare la propria bellezza. 
11.Come Edipo era vittima del senso di colpa, Narciso è vittima di un profondo sentimento di vergogna quando non riesce a essere all’altezza del suo progetto
12.Mentre la colpa può essere espiata, la vergogna rimane per sempre, a meno di riuscire a cancellarla in una dimensione prestazionale che lo riabiliti ai propri occhi e a quelli del suo pubblico.
13.Oggi la sofferenza non è più dettata dalla colpa di avere trasgredito, ma dall’incapacità di avere agito e da un vissuto di insufficienza per ciò che si potrebbe e non si riesce a fare. 
14.In questo contesto gli individui più fragili, che non possono ‘permettersi’ quello che desiderano (per ragioni economiche, o di carisma personale, o di capacità relazionali, o di inadeguatezza fisica o psicologica), non riuscendo a gestire il senso di fallimento che deriva dal non essere all’altezza possono usare escamotages molto pericolosi nel tentativo di trovare una via d’uscita. 
15.L’adolescenza ha perso la sua durata biologica: liberi di sperimentare e di immaginare infiniti futuri possibili, di cambiare scuola o professione quando le cose non funzionano come previsto, o semplicemente quando ciò che fino a pochi mesi prima trovavano così affascinante comincia ad annoiarli, i giovani Narciso allungano il più possibile questa fase della loro esistenza.
16.L'adolescente di oggi ha più bisogno di amici e tende a costruire una vita spostata più verso l'esterno.
17.Una vita sociale caricata di responsabilità per l'approvazione del nucleo dei pari con cui interagisce. Compaiono in lui nuove angosce, nuovi problemi, molto più legati all'accettazione della propria figura fisica-corporale da una parte e dall'altra cresce il senso di vergogna.
18.Non la conflittualità di una volta con la famiglia; ed il passaggio dunque da una "famiglia etica" ad una "famiglia affettiva", una famiglia che oggi che aspira maggiormente a trasmettere amore piuttosto che regole e principi destabilizza l'adolescente.
19.L'adolescente non è preparato ad affrontare "il dolore mentale" e tende spesso ad assumere così comportamenti apatici ed impassibili. 
20.I ragazzi di oggi cercano il dialogo ma pretendono anche risposte chiare e competenti.
21.I giovani si rifugiano spesso nel virtuale, nei social, che nascondono la fragilità di reggere allo sguardo dell'altro, e così molto meglio in relazione privi di corporeità. 
22.Occorre dunque incoraggiare gli adolescenti a incamminarsi verso la condivisione, a non temere traumi e mortificazioni. 
23.Il mondo degli adulti ha ormai abbandonato il sistema educativo della colpa.
24.È cambiata la relazione con l’autorità.
25.Una generazione di figli mammoni, non certo matricidi, il cui problema di base non è l'esplicazione della violenza bensì lo spegnimento completo della loro capacità affrontare le sfide della vita. 
26.Dal punto di vista educativo, abbiamo il problema di non attenuare il livello dello scontro.
27.Una società che parla di regole ma non è capace di costruire una quotidianità fondata sulla relazione, sulla passione, sulla partecipazione attiva non va bene. 
28.Quando sono dentro una relazione con un adulto abbastanza competente, sono molto etici, s'impegnano sul piano della narrazione di sé.
29.A dispetto delle apparenze, sono affettivi: ad esempio, la loro vita di coppia è molto più evoluta di quella degli adolescenti di un tempo, magari hanno smarrito il senso della grande passione amorosa.
30.Introdotto una pariteticità reale tra maschile e femminile. 
31.Per questi adolescenti l'adulto competente è chiunque coltivi ed esprima una forte passione per "qualcosa". 
32.Gli altri adulti - quelli opachi - non sono contestati, non sono avversari da abbattere, semplicemente rimangono del tutto irrilevanti". 
33.Il contrasto, infatti, fra il sistema di valori imposto dalla famiglia e dalle istituzioni della società e i nuovi desideri, bisogni, aspettative connesse alla propria maturazione personale poneva davanti le due sole strade del conformismo o della ribellione, con conseguente sviluppo in quest’ultimo caso del senso di colpa. 
34.Un altro sentimento si è sovrapposto al senso di colpa: la vergogna, ovvero il terrore di essere mortificati, di perdere la bellezza sociale ed il successo. Ad essa appartiene anche la sensazione di essere inadatti relativamente al proprio corpo, impresentabili, di non poter fruire delle proprie sembianze per poter trasmettere fascino ed attenzione. 
35.È dunque questo bisogno di riconoscimento, di visibilità e di affetto che, scontrandosi con le piccole esperienze di quotidiana invisibilità, crea le situazioni di disagio nei nostri adolescenti.
36.Il corpo inadatto, non all’altezza dei modelli imposti dalla società e amplificati dal mondo dei media, può dunque essere o manipolato e reso più coerente con le proprie aspettative o nascosto, come nelle ormai diffusissime e anche intense relazioni virtuali e telematiche.
37.Dal punto di vista educativo, dunque, viene enfatizzato il valore dell’individualità e del sé. 
38.L’unica via d’uscita che talora si presenta a questi adolescenti fragili e delusi è la spavalderia. Sentirsi mortificati non è piacevole: alcuni giovani possono così decidere che non è vero nulla. Invece di aver paura ed essere mortificati, iniziano a voler far paura agli altri e a mortificarli essi stessi. 
39.Quello che è avvenuto è il passaggio dal complesso di Edipo, fondato sul conflitto con il Padre castratore, a quello di Narciso, che cerca invece la realizzazione del proprio sé. 
40.Ora ragazzi hanno in mente la realizzazione della loro felicità. Per questo, quando vedono che non accade, rispondono non con la rivolta o con la lotta frontale, bensì con il disprezzo e il disinteresse, fanno di tutto per richiamare il potere ai suoi doveri, lo considerano un disertore rispetto al suo compito primario. Reagiscono con il sarcasmo, con la presa in giro”.
41.Si va verso un conflitto, non di tipo ribellistico, come nel passato, ma di disprezzo e incomprensione reciproca. 
42.Lavorano in piccoli gruppi, legati a realtà locali, a zone di scambio e di discussione nel web; gli anziani utilizzano ancora un modello generalista, a tratti masochistico, e finiscono per irridere le nuove generazioni che si affacciano alla politica nazionale”.
43.C’è sì la realizzazione del proprio sé, ma esiste anche il gruppo, la fratellanza; si chiamano i fratelli a gestire insieme il potere, mentre i genitori istituzionali, la classe dirigente gerontocratica, non guarda certo ai loro bisogni. 
44.Per loro lo scambio cognitivo e affettivo che avviene nel virtuale è vero e reale. Nel web si può avere una relazione autentica, può nascere l’amicizia e l’amore, in forma più reale che nella realtà fisica. A chi ha sessanta o settanta anni sembra probabilmente una moda, qualcosa di passeggero, non capisce che i corpi lontani gli uni dagli altri riescono ad avere un rapporto come accadeva nel passato nello spazio fisico comune. 
45.Le nuove generazioni sono post-consumiste, sono più sobrie. 
46.Si sono emancipate dalla televisione, che è stata una delle fonti del consumismo. Si fanno la loro televisione, la loro musica, producono le loro immagini in Rete.
47.C’è un nuovo modo di vivere, di amare, di considerare se stessi e l’altro, di guardare alla gente e ai bisogni collettivi. 
48.Gli adolescenti di oggi, dediti al culto del proprio sé, pensano di doversi dedicare allo sviluppo della loro bellezza, non solo fisica, ma psichica, sociale, espressiva, come una missione che ha diritto di precedenza su tutte le altre.
49.Narciso ha bisogno di vedere riflessa la propria immagine nello specchio sociale, nel consenso del gruppo, nella valutazione dei docenti, nell’affetto della madre e del padre.  
50.Succede però che la debolezza di Narciso consiste proprio nella sua dipendenza dal riconoscimento da parte del mondo in cui vive. Allorché Narciso non venga adeguatamente riconosciuto e apprezzato ne soffre profondamente; il dolore che sperimenta scende in profondità, producendo rabbia impotente e un micidiale progetto vendicativo. 
51.Quando è messo alla gogna, Narciso può diventare violento e molto cattivo. Questo perché non è capace di identificarsi con le vittime del dolore che infligge per poter riabilitare la propria «bellezza». 
52.La furia narcisistica è pericolosa perché punta a far paura, a vendicarsi degli oltraggi subiti da chi ha abusato del potere che gli era stato conferito, umiliando il valore che era invece in attesa di un riconoscimento. 
53.Lo scarto tra vita ideale attesa e vita reale genera frustrazione e allora scatta negli adolescenti il bisogno di fuggire situazioni in cui si rischia di essere umiliati e di fallire. 
54.In passato il gruppo rappresentava per gli adolescenti una forma di protezione dal potere degli adulti. Oggi invece serve per garantire relazione e tenero rispecchiamento narcisistico. 
55.Mai come in questa generazione è constatabile un bisogno di relazione così grande da parte degli adolescenti, che è il prodotto del modello educativo della relazione.
56.Gli adolescenti cercano la relazione non solo tra di loro, ma anche con gli adulti, ma con adulti ritenuti da loro competenti. Dove la competenza spesso equivale a «curiosità mostrata dall'adulto» nei loro confronti, ossia un adulto che offre relazione.
57.Se nella relazione l'adolescente percepisce che «si sta facendo sul serio», che non lo si sta riempiendo di informazioni con intento moralistico e pedagogico, ma si sta cercando di aiutarlo a trovare soluzioni possibili ai suoi interrogativi si affida e si apre.
58.È fondamentale che chi educa non comunichi prevalentemente messaggi di natura catastrofica e distruttiva rispetto al futuro, ma disegni scenari sì realistici, ma che trasmettano comunque un messaggio positivo rispetto all'impegno.

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