mercoledì 12 dicembre 2018

Messa dei Giovani

Stiamo sperimentando, con i ragazzi dalle 3 media alle 5 superiore, messe (feriali e festivie) celebrate apposta per loro, che li vede animatori della liturgia e destinatari particolari per quanto riguarda linguaggi e segni usati.
La proposta non arriva come un qualcosa di occasionale buttato un po’ lì per provare qualcosa di nuovo, è dentro una riflessione più ambia riguardo i cambiamenti intervenuti nel mondo giovanile di questi anni e nato dal confronto con i loro educatori.
Il tema proposto non è nuovo nel suo genere, non vuole ricalcare necessariamente tentativi fatti nel passato. Agli adulti l’argomento proposto potrebbe richiamare il movimento nato nel post concilio riguardo la Messa Beat e per citare un autore fra tutti, Marcello Giombini. Era la volontà di dare ai giovani un modo di pregare cantando secondo criteri vicini alla loro vita (sia come strumenti e melodie, che con la gioia che li caratterizzava).

Con il passare del tempo questo fenomeno, come altri nati nel desiderio di sperimentare l’aria nuova emersa dal concilio, pian piano si spense, come forse è giusto. I figli non sono come i padri, il rinnovamento rimane sempre tale e non si può sedimentare in un unico modello che in quanto umano ha anche le caratteristiche di essere storico e di diventare storia. 
Non si tratta di riattivare quel rinnovamento della Chiesa, in particolare della sua pastorale in quanto anch’essa sempre collocata storicamente e socialmente. Si tratta di ridare ai filgi le opportunità che furono offerte ai padri.
Ritengo che la musica moderna, nei suoi strumenti e composizioni, debba tornare ad avere il suo ruolo per aiutare le persone, in particolare i giovani, a pregare. La speranza è che a livello di Chiesa Italiana, sulla scia anche del recente Sinodo sui Giovani, si arrivi a un aggiornamento delle norme che disciplinano il canto liturgico e l’uso degli strumenti in esso. Nell’immediato post concilio, la CEI intervenne in materia con un documento (LA «MESSA PER I GIOVANI» - Nota della Commissione episcopale per la liturgia, Roma, 23-24 febbraio 1970), molto aperto e accogliete, credendo che dopo diversi decenni, sia possibile ampliarlo nei suoi intenti, alla luce anche del cammino fatto dalla Chiesa.
Comprendo che il promuovere messe per i giovani, soprattutto festive, possa cozzare contro il giusto principio che la Messa debba radunare tutta la comunità in modo trasversale nei diversi doni ed età, come sia importante lavorare sul senso comunitario del celebrare e sia importante educare i giovani a un inserimento pieno nella comunità liturgica, specialmente domenicale. Considerando tutto ciò, ma anche una maturità nella fede ancora da accompagnare con attenzioni particolari, il fatto che i giovani siano uniti e collegati fra loro da sensibilità particolari culturali e sociali tipiche della loro età e diverse da quelle del passato, è opportuno poter definire un cammino progressivo verso l’ideale sopra descritto.
In un momento storico dove la Messa vede una grande disaffezione da parte dei giovani, è pastoralmente opportuno fare alcuni esperimenti e giungere a compromessi, per attuare esperienze dove le nuove generazioni possano riscoprire le parole e i gesti della liturgia come vicini a loro, attraverso una inculturazione prossima alla loro sensibilità. Parlo della possibilità di poter avere, una volta al messe e in occasione di incontri a loro dedicati, l’occasione di riunirsi per la celebrazione domenicale o feriale, non perché sia fine a sé stessa, ma come cammino perché la bellezza e la novità di cui i giovani sono portatori, possa diventare un bene per tutta la comunità. Non si tratta di cambiare le norme liturgiche del Messale, ma di poterle adattare alla situazione specifica dell’età di chi si ha davanti, all’ambiente della celebrazione, così come alla sensibilità e agli interessi che emergono.
Il tutto non nasce come un “trucco” per far venire i giovani a messa o un semplice “piegarsi” alle loro richieste, è piuttosto un esperimento pastorale che ha il fine di educare alla liturgia e alla Messa in un modo vicino a loro, perché i giovani si sentano parte della Chiesa, che in ogni parte del mondo celebra il mistero di Cristo. Fedeltà quindi  alle norme previste, ma nel tentativo vero di adattarle alla loro età e alla loro psicologia.

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