Ad inizio di ogni anno pastorale ci si trova a dover pensare
ai cammini da fare con i giovani, quali contenuti trasmettere, come farlo, e
così via. Posto che servirebbe un itinerario previsto e capace di non trovarci
impreparati ad affrontare questa partenza, desidero ora esaminare la questione
da un altro punto di vista che non è primariamente quello dei ragazzi (nel
senso di cosa dire loro), ma degli educatori (come sostenerli e individuare di
cosa hanno maggiormente bisogno).
Credo che la ricetta nell’educazione alla fede dei giovani
sia molto semplice, non altrettanto lo è il metterla in pratica: voler loro
bene, aver tempo da spendere, sostenerli nei loro problemi, condividere le loro
gioie, parlare loro di Gesù.